Non chiederti perché non sei felice, la risposta potrebbe stupirti. Secondo un articolo di Luigi Curini, pubblicato sulla rivista “Wired”, la felicità dipenderebbe dalle diverse ideologie politiche. La ricerca della felicità sembra ormai una costante del dibattito politico, complice la difficile situazione economica, che attanaglia ormai da anni buona parte del mondo. Basti pensare che dal 2013 l’Assemblea Generale dell’Onu ha ufficialmente stabilito al 20 marzo la Giornata Internazionale della felicità.
Invece di affannarsi a cercare una risposta astratta al perché alcuni individui siano più felici di altri, alcuni studiosi si sono rimboccati le maniche e hanno dato spazio a soluzioni concrete dell’enigma. Si afferma infatti che le ideologie politiche sono in grado di influenzare notevolmente la propensione alla felicità di un singolo individuo. Soprattutto, si sostiene che l’elettore di “destra” è più incline al sentimento rispetto a chi si definisce di “sinistra”. Già, ma quali sono le ragioni? Innanzitutto, le persone di destra sarebbero più attaccate alla religione, e la religione stessa ha un impatto positivo sulla felicità. Poi, non ininfluente, è anche il fattore legato al reddito: l’elettore di destra, infatti, presenterebbe un reddito più elevato di quello di sinistra. Least but not last, la soddisfazione nei confronti del sistema sociale: più si è soddisfatti, più si spinge verso il conservatorismo, posizione ideologica tipicamente di destra.
Queste ipotesi sarebbero rafforzate anche dai dati provenienti dal “World Values Survey”, che si è occupata della questione, raccogliendo dati per oltre un quarto di secolo. Di questa ricerca non sorprende solamente il fatto che le persone di destra (in base a diversi fattori) risulterebbero in media più felici di quelle di sinistra. La cosa più curiosa, invece, è che chi si colloca politicamente al “centro”, avrebbe la “palma d’oro” dell’infelicità.
Chissà se è davvero così, se veramente il valore di un sentimento può dipendere dalla diversa appartenenza ad una fazione politica. Fatto sta che è innegabile che la propensione ad essere felici dipende spesso dal nostro modo di essere, e allora, cosa può rappresentarci di più delle nostre convinzioni politiche?
Laura Caschera