Le 10 domande ricordano quelle poste con insistenza da Repubblica a Silvio Berlusconi ma questa volta hanno un senso molto diverso. A porle è Giovanni Toti e il motivo è dimostrare la vicinanza programmatica tra Forza Italia e la Lega di Matteo Salvini che delle 10 domande è il destinatario.
Giovanni Toti è convinto che tra Forza Italia e Lega ci siano molti “punti convergenti” sui programmi e con questo tende a smentire le indiscrezioni che vorrebbero Salvini e Berlusconi distanti. E per questo propone a Matteo Salvini di rispondere a 10 domande per sondare i possibili punti in comune, perché “sottolineare le diversità non fa che aiutare il governo della sinistra”.
“Salvini chiede di conoscere le posizioni politiche di Forza Italia e i nostri programmi per il futuro. Continuo a ritenere che i nostri programmi e quelli della Lega siano ampiamente convergenti su molti punti qualificanti. Basta rispondere alle seguenti, semplici dieci domande”.
I quesiti di Toti
1. Siamo d’accordo su una sensibile riduzione delle imposte per famiglie e imprese, tale da far ripartire consumi e investimenti e tendente in prospettiva all’introduzione della Flat Tax?
2. Siamo d’accordo su una politica di sostegno ai ceti più deboli, a partire dai pensionati sociali al minimo il cui assegno deve essere aumentato almeno a 1000 euro?
3. Siamo d’accordo su una politica di contenimento dell’immigrazione clandestina, attuata attraverso mirate operazioni di polizia internazionale sulle coste libiche, l’istituzione di centri di assistenza e identificazione, su quelle stesse coste, e meccanismi di espulsione dal nostro paese più efficaci?».
4: “Siamo d’accordo su una politica di sicurezza che restituisca serenità ai cittadini italiani, attivata anche attraverso l’utilizzo di militari come presidio fisso nelle nostre città e la reintroduzione di carabinieri, poliziotti e vigili di quartiere?
5. Siamo d’accordo sulla necessità di esercitare una fortissima pressione sulla Unione Europea, al fine di rivedere tutti i trattati che regolamentano la vita degli stati membri, a partire dal Patto di stabilità?
6. Siamo d’accordo nel ritenere insoddisfacenti, e dunque non votabili in parlamento, le riforme istituzionali così come proposte dal governo Renzi?».
7. “Siamo d’accordo nel comune impegno di reintrodurre nella legge elettorale il premio alla coalizione vincente e non al singolo partito? 8. Siamo d’accordo nel sostenere politiche di integrazione nelle Regioni italiane, tendenti alle cosiddette macroregioni alla quali deve essere garantita (al contrario di quanto previsto oggi dal governo Renzi) sufficiente autonomia fiscale e amministrativa nei confronti dello Stato centrale?
9. Siamo d’accordo, al fine di effettuare un’efficace spending review, nell’introdurre i costi standard come principio generale dell’intera amministrazione?».
10: “Siamo d’accordo nel portare avanti una precisa politica di sburocratizzazione, tale da garantire competitività alle nostre imprese e una semplificazione alla vita dei cittadini?”.
Toti si rivolge direttamente a Salvini: “Se la risposta è sì a tutte queste domande, come io credo, esistono prospettive concrete per un’efficace e congiunta azione di governo come quella che Forza Italia e Lega già portano avanti in tre importanti Regioni: Lombardia, Veneto e Liguria”. “Sottolineare le diversità non fa che aiutare il governo della sinistra. Dunque ribadisco: si istituisca al più presto un tavolo di confronto tra tutti i partiti che si considerano alternativi al governo in carica e lavoriamo insieme per tornare a vincere fin dalle prossime amministrative”.