Riforma intercettazioni, scontro nel Governo. Critiche da Anm e M5S
Pubblicato da Daniele Errera il 15/09/2015
C’è chi già parla di ‘Legge bavaglio capitolo 2’. Dopo la querelle intorno alla legge proposta dal Governo Berlusconi IV qualche anno fa, ora è l’esecutivo Renzi a proporre, secondo i detrattori, una nuova norma che “imbavaglia le intercettazioni”. Tra le varie riforme che il Governo Renzi sta portando avanti, quindi, vi è anche quella delle intercettazioni. Saranno interessati saranno sia i magistrati (i quali, secondo Alfano, vanno puniti per le decisioni giudiziarie prese ma poi rivelatesi sbagliate) sia i giornalisti (attenzione alla pubblicazione di un’intercettazione: si rischia da 6 mesi a 4 anni di reclusione). Ma sono i magistrati ad essere centro della bufera: Enrico Costa (vice Ministro della Giustizia, in quota Nuovo Centrodestra) avrebbe fatto notare, in un dettagliato dossier, come le ingiuste detenzioni sancite dalla Cassazione sarebbero costate ben 600 milioni di euro dal 1992 ed addirittura 20,8 milioni nei primi 7 mesi del 2015.
Intercettazioni, la denuncia dell’Anm
Il testo (34 articoli) arriverà nei prossimi giorni in Parlamento, ma già si sente odore di battaglia politica, anche extraparlamentare. L’Anm si è così pronunciata, per mezzo di Rodolfo Maria Sabelli, presidente dei magistrati: “si tratta di una delega generica e in bianco”, che potrebbe latentemente nascondere “un pregiudizio di fondo contro le intercettazioni”. E’ una situazione, denuncia l’Anm, in cui la “politica crede di compiacere il populismo penale dandogli in pasto le frattaglie di qualche inutile aumento delle pene” (furti e rapine, ndr). Sabelli conclude affermando come “di fronte a ogni nuova indagine ci si scandalizza quasi più per le intercettazioni che non per la corruzione e le altre illegalità che le intercettazioni hanno scoperchiato”.
Si cerca una mediazione
Lo scontro è duro anche in seno al Governo, dove il Pd (il Ministro Orlando, il responsabile giustizia del Pd – David Ermini – e la Presidente della Commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti) cerca la mediazione col Nuovo Centrodestra, in odor di ‘resa dei conti’ con la magistratura inefficiente. Ma il Movimento 5 Stelle non ci sta ed annuncia battaglia attraverso la voce del componente della Commissione Giustizia, Vittorio Ferraresi: “il governo vuole togliere i diritti agli imputati e alle vittime dei reati e limitare anche i poteri dei magistrati. Ma noi diremo no a una delega in bianco sulle intercettazioni e no alla norma Pagano”. Si preannuncia un inizio di autunno caldo sul tema ‘intercettazioni e giustizia’.
Daniele Errera