La Regione Puglia ha depositato il ricorso alla Corte Costituzionale contro la legge 107/2015, più conosciuta come ‘Buona Scuola’. L’annuncio era arrivato nella giornata di sabato, proprio il giorno in cui il Presidente del Consiglio Matteo Renzi aveva deciso di disertare l’apertura della Fiera del Levante di Bari per volare a New York e godersi la storica vittoria agli Us Open di tennis della brindisina Flavia Pennetta.
Buona scuola, l’affondo di Emiliano
La Puglia sarà l’unica regione a guida democratica ad impugnare la legge di fronte alla Consulta. In realtà, com’è noto, i rapporti tra il governatore Michele Emiliano e Matteo Renzi non sono mai stati particolarmente rosei anche se, in un’intervista rilasciata a Repubblica una settimana fa, il Presidente della Regione aveva confidato: “a Renzi ho concesso un affetto e un sostegno che non credo di avere mai dato ad altri premier e ad altri segretari del Pd”.
Nonostante questo, uno dei motivi di attrito profondo con il premier gira intorno proprio alla cosiddetta “Buona Scuola”: “durante la campagna elettorale di maggio Renzi non è venuto perché l’avevano addolorato le mie dichiarazioni contro la riforma della scuola” aveva ammesso Emiliano. Il ricorso alla Consulta è la conseguenza diretta di una mozione approvata dal Consiglio Regionale lo scorso 31 luglio. La giunta ha atteso il parere dell’Avvocatura regionale (depositato il 10 settembre) e poi ha approvato la mozione l’ultimo giorno disponibile (le leggi statali possono essere impugnate entro 60 giorni dalla loro promulgazione, avvenuta in questo caso il 13 luglio).
Un ruolo fondamentale lo hanno avuto i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle che da giovedì scorso hanno organizzato dei sit-in non stop di fronte alla Regione per sollecitare l’impugnazione della legge. In una nota ufficiale, la Regione Puglia ha comunque voluto sottolineare che “il ricorso ha carattere meramente tecnico: la motivazione non è fondata su una critica di natura politica, ma sul mero intento di tutelare la Regione Puglia su alcuni aspetti del dimensionamento scolastico e esclusivamente dunque riguardo il contenuto dell’articolo 117 della Costituzione”.
Nel ricorso depositato ieri, la Regione Puglia ha deciso di impugnare la legge per violazione degli articolo 117,118 e 119 della Costituzione. Quelli cioè – come stabilisce la legge – che riguardano le competenze tra Stato e Regioni.
La “Buona Scuola” è stata impugnata di fronte alla Consulta da due Regioni su venti: Veneto e, appunto, Puglia. La regione governata dal leghista Luca Zaia aveva dato mandato alla propria avvocatura di presentare ricorso lo scorso 8 settembre. “La cosiddetta riforma sulla ‘Buona scuola – aveva dichiarato in quell’occasione lo stesso governatore – marginalizza, anzi cancella il ruolo della Regione, vanificandone quei compiti programmatori e di gestione che la Costituzione le ha affidato, al fine di una attenta e aderente conoscenza del territorio e delle sue esigenze. Chiediamo ai giudici della Consulta di fare chiarezza nel pasticciato provvedimento governativo: non accettiamo il ruolo di spettatori inerti dell’affossamento di sistemi collaudati di istruzione e formazione come quello veneto, dove la Regione ha investito sinora importanti risorse in sostituzione dello Stato, riuscendo a garantire apprezzati livelli di qualità e di inserimento occupazionale”. Ora, la Corte Costituzionale dovrà fissare la prima udienza entro 90 giorni.
Buona scuola, i dati del Ministero
Proprio sabato scorso il Ministero della Pubblica Istruzione aveva deciso di rendere noti i dati sulle assunzioni previste proprio dal disegno di legge “Buona Scuola”: 8.532 insegnanti hanno accettato il nuovo incarico, a dispetto spesso di un trasferimento non certo indolore, mentre 52 hanno rifiutato e 187 non hanno risposto e quindi “risultano anch’essi rinunciatari”.
Buona scuola, l’allarme di Save the Children
Intanto, lunedì è stato anche il primo giorno di scuola per più di 8 milioni di studenti. Il nuovo anno scolastico non parte certo con il piede migliore come certifica un rapporto di Save The Children dal titolo “Illuminiamo il futuro 2030 – Obiettivi per liberare i bambini dalla Povertà Educativa”. Secondo i dati raccolti da Ocse-Pisa, quasi un giovane italiano su due di età compresa tra i 6 e i 17 anni non ha letto neppure un libro nell’ultimo anno e tra i quindicenni circa il 20% non raggiunge la soglia minima di competenze di lettura. Inoltre, il rapporto sottolinea come spesso la “povertà economica” si riflette sulla “povertà educativa” dei nostri ragazzi con punte di impreparazione altissime nelle regioni del Sud.
Buona scuola, una scuola su due è inagibile
Notizie negative arrivano anche sul fronte dell’edilizia scolastica. Secondo il rapporto di Save the Children, infatti, quasi una scuola italiana su due (45%) è inagibile. Proprio ieri il premier Matteo Renzi sul proprio profilo facebook ha pubblicato un post per augurare un buon anno scolastico a tutti gli studenti italiani e in un passaggio ha citato proprio la situazione dell’edilizia scolastica rivendicando i risultati del suo governo: “alla fine abbiamo stanziato 3,7 miliardi per le scuole, per realizzare un totale di seimila interventi nel prossimo triennio. Di questi, seicento sono stati realizzati in questi mesi, dalla Lombardia alla Sicilia passando per l’Emilia del post-terremoto. Migliaia di ragazzi entreranno in scuole più sicure”. Ma i numeri raccontano tutt’altro.
Giacomo Salvini