Contrasto alla povertà, il rapporto Caritas 2015 boccia Renzi
Semaforo rosso per Matteo Renzi. Almeno per quel che riguarda la povertà, secondo la Caritas. Nel rapporto annuale sullo stato di bisogno delle famiglie nostrane, l’organismo ecclesiastico boccia l’esecutivo guidato dall’ex sindaco di Firenze sulle politiche per la lotta alla povertà.
“La politica? E’ disattenta. Soprattutto nei confronti delle fasce più deboli”, è la stoccata del direttore della Caritas, don Francesco Soddu, durante la presentazione del dossier. “Sono necessarie politiche mirate. Il paese che riemerge dalla crisi è più povero e queste famiglie non usciranno da sole da questa condizione”, è il severo monito della Caritas. Il Governo Renzi, continua Soddu, “non si discosta in misura sostanziale” da quelli che lo hanno preceduto. Sui possibili rischi, poi, il direttore dell’istituto ecclesiastico sostiene che “con questi interventi (ad esempio, gli 80 euro ad una precisa classe di popolazione, ndr) si premino solo certe categorie di bisogni a scapito di altre tradendo così il principio costituzionale di uguaglianza”. Del resto i poveri sono raddoppiati: da 1,8 milioni a 4,1, tenendo a mente il recenti dati Istat. Cifre parossistiche, a maggior ragione se comparate ai fondi a disposizione, che passano da 3.169 milioni del 2008 a 1.233 milioni del 2015 (lo 0,1% del Pil, rispetto allo 0,5% medio dei paesi in zona euro).
“Avanzamento marginale e non privo di controindicazioni”
Don Francesco Soddu torna, poi, sugli incrementi del reddito. Definisce positivi i risultati del Governo Renzi, specialmente “rispetto ai precedenti Governi, ma si tratta di un avanzamento marginale e non privo di controindicazioni”. Per questo “la valutazione d’insieme è che in materia di sostegno al reddito l’attuale esecutivo, ad oggi, non si è discostato in misura sostanziale dai suoi predecessori e ha confermato la tradizionale disattenzione della politica italiana nei confronti delle fasce più deboli. Se infatti il 22% dei nuclei poveri ottiene almeno una delle misure sopra elencate, solo il 5,5% esce dalla povertà per effetto di questi interventi. Anche le misure annunciate, come l’abolizione della Tasi o la riduzione dell’Irpef, incideranno poco o nulla su questi nuclei che per lo più sono incapienti”. Insomma, secondo il rapporto Caritas le politiche renziane sono indirizzate quasi esclusivamente nei confronti del ceto medio (dei piccoli borghesi, per utilizzare una terminologia marxiana), infischiandosene parzialmente dei più poveri.
Poletti: consapevoli di urgenze su contrasto alla povertà
In difesa dell’azione del Governo interviene il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti, che afferma: “siamo ben consapevoli dell’urgenza di intervenire nel contrasto alla povertà e siamo molto attenti all’analisi e alle proposte della Caritas. L’azione di Governo – continua il Ministro –, anche quando non direttamente volta al contrasto alla povertà estrema, è caratterizzata da una evidente inversione di tendenza rispetto al passato”. Poletti parla poi della Naspi, la Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego “che copre molte figure che altrimenti sarebbero rimaste senza reddito, all’introduzione, per la prima volta nel nostro paese, di un sussidio di disoccupazione di natura non previdenziale, l’Asdi, destinato proprio ai disoccupati più bisognosi che abbiano esaurito gli altri sussidi. Non bisogna infatti mai dimenticare che la via principale per l’uscita dalla povertà è il lavoro”.
Daniele Errera