Todini: “Sono multitasking, mi tengo doppio incarico e doppio stipendio”. Pd: “Ci rifletta”
Suscita aspre polemiche in area Pd la scelta di Luisa Todini di mantenere doppio incarico e doppio stipendio quale membro del consiglio di Amministrazione Rai (nominata in quota Lega Nord/Pdl nel 2012) e presidente di Poste Italiane a seguito della nomina del governo Renzi.
Alcuni senatori e deputati infatti hanno commentato l’intervista in cui la Todini, imprenditrice ed ex eurodeputata di Forza Italia, dichiara di non essere disposta a rinunciare ai due ruoli, definendosi “Multitasking” e quindi in grado di gestire adeguatamente le due importanti cariche:
“Siamo sicuri che la consigliera Todini possa effettuare una riflessione ulteriore, anche alla luce delle sue dichiarazioni subito dopo la nomina a presidente delle Poste, con le quali aveva messo in luce la difficoltà di fare bene troppe cose insieme. Tra l’altro sorprende che l’incarico di presidente delle Poste, un colosso da oltre 140mila dipendenti, sia sminuito come una sorta di funzione onorifica, così come risulta quantomeno sospetto il ragionamento secondo cui il ruolo in Rai è strategico e delicato, ma in caso di scelta Todini opterebbe per Poste, dove la remunerazione è maggiore”.
I dubbi dei membri PD tuttavia non riguardano solamente la difficoltà insita nel mantenimento di due incarichi così impegnativi, ma riguardano anche le considerazioni espresse dalla Todini nelle quali si dichiara un ‘bravo soldato’ pronto a rispondere agli ordini che riceve. A tal proposito nel commento viene dichiarato:”Le personalità indicate nei Cda devono portare le proprie competenze al servizio dell’interesse pubblico e non essere a disposizione di non meglio precisati generali, magari per tutelare ‘equilibri”.
Secca e immediata la replica della Todini, che in un’intervista al Corriere della Sera respinge ogni accusa:”Non mi aggrappo alle poltrone, non è mia educazione. Sono a disposizione, se me lo chiedono, mi faccio da parte”.
L’imprenditrice rivela di aver negato in passato la propria disponibilità a diventare ministro quando il suo nome aveva suscitato l’interesse di Monti, Berlusconi e Renzi:”Ho sempre risposto di no. Quello sì che sarebbe stato incompatibile con la mia vita. Con Poste Italiane e Rai, invece, posso mettere a disposizione il mio buon senso imprenditoriale. Dare un contributo per migliorarle. Mi sento una civil servant”.
Anche per quanto riguarda la decisione di rinunciare ad uno dei due stipendi, 238mila euro lordi come presidente delle Poste e 66mila da consigliere Rai, l’ex eurodeputata forzista si dice fermamente contraria spiegando che:”Non sarebbe giusto, il lavoro va sempre pagato, è una mia regola. E io lavoro parecchio”.
Riccardo Bravin