E’ iniziato oggi nell’Aula del Senato l’esame della riforma costituzionale. Il presidente di Palazzo Madama, Pietro Grasso, non ha preso bene la scelta di bypassare la Commissione portando il testo direttamente in Aula. Il premier Matteo Renzi oggi lo ha sfidato pubblicamente: “Se il presidente del Senato riaprirà la questione dell’articolo 2 della riforma costituzionale ascolteremo le motivazioni per cui ha riaperto e decideremo di conseguenza“. Dietro a questa frase si cela il piano B del capo del governo. Se Grasso dovesse dichiarare l’emendabilità dell’articolo 2, l’esecutivo preparerà degli emendamenti che di fatto cancelleranno il Senato dalle geografie politiche. Soluzione questa che ha trovato favorevoli sia il leader di Scelta Civica Enrico Zanetti che il dissidente Pd Corradino Mineo (“Meglio abolire il Senato che fare un pasticcio”).
Riforma Senato, Renzi: “Nessuna accelerazione”
Il premier, intanto, respinge le accuse di aver accelerato i tempi: “A chi dice che facciamo troppo veloce, non per cattiveria, rispondo che questa riforma è attesa da 70 anni e che se sei mesi a lettura è andare troppo di fretta. Il ddl Boschi tornerà alla Camera a gennaio e poi nell’estate-autunno 2016 ci sarà il referendum. Un referendum importante, di grande valore, impatto, significato sulla riforma costituzionale, perchè è fondamentale che nel lavoro dei parlamentari ci sia lo spazio per una valutazione finale dei cittadini”.
Ma le divisioni interne al partito democratico rischiano di pesare sull’approvazione della riforma nonostante il ministro Boschi, dalle colonne del Corriere della Sera, ostenti ottimismo: “Io non sono per nulla in ansia, non sono preoccupata per i numeri”. Secondo l’ex presidente del Pd, Gianni Cuperlo, un’intesa tra le parti è ancora possibile. Magari un accordo lo potrebbero trovare già oggi, Matteo Renzi e Pier Luigi Bersani, entrambi a Piacenza, zona sconvolta recentemente da un’alluvione. Ma l’ex segretario dem nega tutto: “Non mi risultano incontri riservati nè riservatissimi. A Piacenza si parla di alluvione. Di tutto il resto c’è sempre la disponibilità a parlare a Roma, se si vuole parlarne seriamente”.
Riforma Senato, M5S: “Peggio di Berlusconi”
Le opposizioni al momento sono sul piede di guerra. Il M5S, che ha abbandonato la Commissione Affari Costituzionali a tempo indefinito, chiede l’intervento del capo dello Stato e denuncia il governo: “Vuole stravolgere la Carta costituzionale e quindi si sente legittimato a farlo con una rapidità e una violenza che non si erano mai viste, come nemmeno Berlusconi nel 2005 era riuscito a fare”. Il leader di Possibile, Pippo Civati, sferza la minoranza Pd: “Sono stati umiliati quando ne prenderanno atto?”. Carlo Giovanardi, senatore di Ncd, annuncia che voterà contro la riforma del Senato. Segno delle divisioni ancora esistenti dentro il partito guidato da Alfano. Intanto in un’unica votazione sono state bocciate tutte le pregiudiziali. Sono 171 i voti contrari, otto gli astenuti, che al Senato valgono come voti contrari, 86 i sì. Ora si è aperta la discussione generale che durerà fino a mercoledì, giorno in cui scadono gli emendamenti. Emendamenti che la minoranza Pd ha deciso di ripresentare in aula nonostante fossero stati dichiarati inammissibili da Finocchiaro.