Il Centro studi di Confindustria rialza le stime del Pil per quest’anno e il prossimo indicando rispettivamente un +1% ed un +1,5% e migliorando le stime del governo che domani a Roma approverà il Def in Consiglio dei ministri. Il Csc parla di un “biennio di recupero”, in uno scenario economico che “durante l’estate è mutato e che nel complesso risulta più favorevole”. Notizie positive anche per quanto riguarda la disoccupazione “in diminuzione”: nel 2015 sarà in media del 12,2% e scenderà all’11,8% nel 2016.
Ottimistiche anche le previsioni sull’occupazione. Nel biennio 2015-2016 “avverrà la creazione di 494 mila posti di lavoro”: “Il biennio previsivo si chiuderà con 278mila occupati in meno rispetto a fine 2007 ma con +494mila rispetto al 2014”. Risultato, sottolinea, delle nuove misure sul lavoro: sgravi contributivi e Jobs act.
“Le risposte alla crisi finanziaria sono state decise, ad ampio spettro, sia in termini di nuove regole per la prevenzione delle crisi sia di politiche economiche, inclusa quella monetaria” sostiene il Governatore della Banca d’Italia, Ingazio Visco, che in una lunga intervista al Corriere della Sera spiega come la crisi abbia, di fatto “riacceso la sfiducia nelle istituzioni finanziarie”.
Le notizie positive che arrivano da Confindustria vengono però rimesse in dubbio dal bollettino economico della Bce: “Per due paesi, Belgio e Italia, si rileva un consistente ritardo nell’azione di risanamento necessaria ai fini della regola sul debito. In base a quest’ultima, nel 2015 il miglioramento del saldo strutturale dovrebbe ammontare al 2,1 per cento del pil per l’Italia (a causa dei ritardi nel risanamento accumulati dal 2013), rispetto alla previsione di uno sforzo strutturale pari allo 0,3 per cento”.