CGIL, operazione trasparenza: “Susanna Camusso guadagna 3850 euro”
Dopo lo scandalo stipendi che ha coinvolto la Cisl, la Cgil avvia l’“operazione trasparenza” sulle retribuzioni sui dirigenti del sindacato. Nel corso di un intervento alla Conferenza di organizzazione Cgil, il segretario confederale dell’organizzazione Nino Baseotto ha rivelato che lo stipendio del segretario generale Cgil, Susanna Camusso, è di 3.850 euro netti al mese, mentre i segretari nazionali si “fermano” a poco meno di 2800 euro.
La Conferenza, iniziata ieri presso l’Auditorium Parco della Musica a Roma con la partecipazione di 921 delegati (462 donne e 459 uomini), ha come titolo “Contrattare per includere, partecipare per contare”. La conferenza arriva dopo mesi di discussione su temi fondamentali: contrattazione inclusiva, democrazia e partecipazione, territorio e strutture, profilo identitario e formazione sindacale. I lavori della Conferenza Cgil proseguiranno anche oggi e i lavori saranno chiusi dalle conclusioni del segretario generale Susanna Camusso.
Il responsabile delle politiche organizzative, Nino Baseotto, ha aperto i lavori e inaugurato una nuova strategia improntata sulla trasparenza, dopo l’estate di polemiche sui mega stipendi che ha coinvolto i dirigenti della Cisl. E’ stato infatti scoperto un dossier redatto da un dirigente del sindacato, Fausto Scandola, nel quale erano registrati gli stipendi dei sindacalisti cattolici, che in alcuni casi superavano anche quello del presidente della Repubblica.
“Gli stipendi stratosferici non ci appartengono”
Un sindacato che nell’ultimo periodo è stato messo all’angolo, non solo dai governi, ma dagli stessi lavoratori: è questo il nuovo corso che i sindacati stanno provando a invertire nell’ultimo periodo. Durante i lavori, Baseotto ha infatti sottolineato: “Le donne e gli uomini che lavorano in Cgil percepiscono solo ed esclusivamente la retribuzione prevista dal nostro regolamento. E non ci si deve stupire se tali stipendi risalgono al 2008: non è un errore. La segreteria e il direttivo della Cgil hanno deciso di non procedere ad adeguamenti salariali, da allora ad oggi, per rispetto alle migliaia di lavoratrici e lavoratori colpiti duramente dalla crisi” – e ha aggiunto: “certi stipendi stratosferici proprio non ci appartengono. A chi cerca in Cgil lo scoop, consigliamo di rivolgersi a quelle compagne e a quei compagni che non esitano a rinunciare a parte o a tutto il proprio stipendio quando la loro struttura è in difficoltà o deve affrontare impegni finanziari non ordinari”. Baesotto ha infatti provato ad allontanare la Cgil da qualsiasi polemica sulle retribuzioni: “Non abbiamo bisogno di guardare in casa d’altri, ci basta poter affermare, senza tema di smentita, che le regole che vigono in Cgil sono quelle di un’organizzazione seria, che si distingue per la sobrietà di coloro che per essa lavorano, offrendo quotidianamente un apporto che va ben al di là del normale orario di lavoro. Proprio perché siamo così e vogliamo rimanere così, siamo i primi e più severi critici di noi stessi”.