Musei e luoghi di cultura? Da ora saranno “servizi pubblici essenziali”. Il governo risponde per le rime a lavoratori e sindacati, dopo le polemiche seguite alla chiusura per tre ore del Colosseo e dei Fori Imperiali a causa di un’assemblea sindacale, che ha costretto migliaia di turisti a lunghe code ed attese. Dal Consiglio dei Ministri arriva infatti un decreto legge – preannunciato dal premier Matteo Renzi e dal Ministro per i Beni Culturali Dario Franceschini – volto, secondo le parole del premier, a garantire il pieno rispetto di “quei turisti che fanno migliaia di chilometri e spendono migliaia di dollari o di euro per venire a casa nostra e che non sanno cos’è un’assemblea sindacale”. E aggiunge: “Non è un diritto in meno ma un diritto in più ai cittadini. E’ un principio di buon senso”.
Colosseo e musei, arriva il decreto
Le parole di Renzi in realtà arrivano dopo dei tweet molto graffianti, con cui il premier – postando foto di turisti in fila dinanzi al Colosseo – accusava i sindacalisti di voler prendere in ostaggio la cultura.
Non lasceremo la cultura ostaggio di quei sindacalisti contro l'Italia. Oggi decreto legge #colosseo #lavoltabuona pic.twitter.com/D154PLS8L8
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 18 Settembre 2015
Duro anche il commento del ministro Franceschini, che aveva parlato di “misura colma”, sostenendo come ci fossero tutti i presupposti per la decretazione d’urgenza.
Assemblea al #Colosseo e turisti fuori in fila. La misura è colma:oggi in Consiglio Ministri proposta Musei come servizi pubblici essenziali
— Dario Franceschini (@dariofrance) 18 Settembre 2015
Come spiegato dallo stesso ministro, “le regole del dl varranno per tutti i musei e i luoghi di cultura, senza fare distinzione tra statali, comunali, pubblici e privati”. Una legge che, secondo Franceschini, rappresenta un “avanzamento di civiltà che i musei, in un paese come l’Italia, siano equiparati a scuole, ospedali e ai trasporti”.
Dura la reazione dei sindacati, che ipotizzano uno sciopero generale sulla vertenza beni culturali. Secondo Susanna Camusso, leader CGIL, un Paese in cui non è possibile fare un’assemblea sindacale è “uno strano Paese”. E spiega: “se ogni volta che si fa un’assemblea si dice che non si può, si dica chiaramente che non ci possono essere strumenti di democrazia. Riguardo all’inserimento di musei e luoghi di cultura tra i servizi pubblici essenziali, Camusso spiega che ciò non elimina il diritto di fare scioperi o assemblee.
Annamaria Furlan, leader CISL, spiega che è sbagliato “prendere in ostaggio i turisti”, ma sottolinea come il problema non si risolva con un decreto o “sollevando polveroni mediatici contro il sindacato e contro i lavoratori”. A farle eco è Carmelo Barbagallo, leader UIL: “L’assemblea è un diritto sancito dallo Statuto dei lavoratori, ma dobbiamo stare attenti a non trasformare le ragioni che abbiamo in un problema per i cittadini e i turisti”, aggiungendo che “il premier non perde occasione per scagliarsi contro i sindacalisti” e chiedendo “più rispetto e attenzione” per lavoratori in protesta per la mancata ricezione da 9 mesi del salario accessorio.