Riforme: in direzione Pd lo scontro finale, si cerca l’accordo
Riforme. Ci siamo. Oggi alle 15.30 durante la Direzione Pd ci sarà il tanto atteso redde rationem tra governo e minoranza dem. Ieri il premier Matteo Renzi ha lanciato una sorta di ultimatum: o si arriverà ad un accordo o si andrà avanti lo stesso. Sì perché il presidente del Consiglio è convinto di avere i numeri per far passare la riforma del Senato, grazie e, soprattutto, all’aiuto dei verdiniani. Fino alla fine però si cercherà un accordo dentro il Pd. La vicegretaria dem, Debora Serracchiani, è sicura che alla fine si troverà la quadra: “Stiamo cercando di trovare un punto di equilibrio e sono convinta che ci siano tutte le condizioni perchè questo accada. Noi ce l’abbiamo messa tutta, abbiamo tentato tutte le mediazioni possibili, sono ancora convinta che ci sarà senso di responsabilità e buona volontà da parte di tutti, e mi auguro che nessuno voglia alzare ancora l’asticella della riforma semplicemente per non farla”.
Riforme, Guerini: “Nessuna modifica all’articolo 2”
In parole povere: nessuna modifica dell’articolo 2 come ribadisce in un’intervista a Repubblica, il vicesegretario Pd Lorenzo Guerini: “L’elezione diretta dei senatori non sarà inserita nella Costituzione: Vorrebbe dire stravolgere la riforma che il Pd ha sempre immaginato, il Senato non sarebbe più la Camera delle autonomie”. Al massimo, spiega il capogruppo del Pd al Senato, Luigi Zanda, si può parlare di una “designazione” dei senatori ma non di elettività. “La formula corretta – rivela Zanda – la vedremo presto, mercoledì scade il termine per gli emendamenti”. Non è infatti un mistero che il governo stia lavorando sulla modifica proposta da Chiti magari da inserire come emendamento o come decreto successivamente.
Riforme, D’Attorre: “In atto compravendita di voti”
Ma la minoranza non sembra voler abboccare anzi rilancia e accusa il governo di compravendita di voti.”Sulle riforme – attacca il deputato della minoranza Pd Alfredo D’Attorre – il governo ha un atteggiamento profondamente sbagliato. Il governo, su materie costituzionali, dovrebbe avere rispetto del ruolo del parlamento. Dicono di avere i voti eppure parecchi nella maggioranza hanno espresso perplessità sulla riforma. E si cerca di ovviare a questo andando a cercare i voti di senatori del centrodestra”. Compravendita di voti? “Io mi limito a verificare e constatare che ci sono contatti in corso. Naturalmente non so quale sia il contenuto di questi contatti, immagino che venga prospettato a questi senatori un ingresso nella maggioranza con tutto ciò che ne consegue a livello di incarichi, coinvolgimento, visibilità e quant’altro”.