INTERVISTA Padre Enzo Bianchi: “Politici, state lontani dalla corruzione e dall’arroganza”
Padre Enzo Bianchi: “Politici, state lontani dalla corruzione e dall’arroganza” – INTERVISTA
In collaborazione con il blog Nipoti di Maritain, Termometro Politico ha raggiunto Padre Enzo Bianchi, priore della Comunità Monastica di Bose, tra il suo intervento all’interno della trasmissione radiofonica Fahrenheit in cui era presente anche Vandana Shiva, e la lectio che ha tenuto un’ora dopo a Carpi in occasione del Festival Filosofia 2015.
Ai microfoni di Radio 3 – puntata che può essere ascoltata seguendo questo link – padre Enzo Bianchi ha discusso dell’origine del termine Sequela, che nella lingua italiana ha appena qualche decennio. È infatti entrata nel lessico teologico con la traduzione del libro “Nachfolge” del teologo luterano Dietrich Bonhoeffer, ucciso in un campo di concentramento nazista. Si tratta di una parola che si differenzia sia dal concetto di “sequentia”, sia da quello tradizionale di “imitatio Christi”, che ha forgiato la spiritualità occidentale a partire dal XV secolo e prevedeva una ripetizione identica di un modello. Nei Vangeli non troviamo il termine “imitazione”, usato con cautela solamente da San Paolo, mentre vi son espressioni che rimandano allo “stare dietro”. “Sequela – afferma padre Bianchi – è quindi il mettersi dietro a una persona per esser coinvolti totalmente nella sua vita”, senza che vi sia un risultato garantito. Non si tratta quindi solo di un insegnamento né di una imitazione uguale, ma vi è quella libertà da esercitare anche quando Gesù prima di morire afferma “è bene per voi che io me ne vada”. Il vero maestro invoca questa separazione accompagnata dalla promessa dello Spirito – una realtà interiore, per dirla con Agostino un’unctio magistra situata nelle profondità della coscienza – mentre il falso maestro rende i suoi discepoli tutti uguali a lui, privi della libertà. Si tratta del fenomeno “purtroppo più lampante e più vergognoso nello spazio ecclesiale; quanti leader religiosi che hanno tanti discepoli – penso ai movimenti, soprattutto – in cui c’è il scimmiottamento del maestro: parlano come il maestro, si atteggiano come il maestro, pigliano le pose del maestro, ripetono le parole del maestro come slogan, senza mai che ci sia una presa, eventualmente, degli atti e delle parole del maestro da metterle dentro per poi farne un’ermeneutica responsabile”. Le parole non devono essere ripetute, ma “rigenerate”, occorre “farle risuscitare”, osserva Bianchi. Citando un detto dei Padri del Deserto, il problema non è tanto l’assenza di maestri, quanto l’assenza di veri discepoli, che dentro di sé abbiano libertà – mai da mendicare, anzi, deve essere esercitata anche nei confronti del maestro – e responsabilità. Il più grande tradimento del maestro è lo scimmiottamento, per il Priore di Bose. All’interno della puntata si è poi parlato anche del rapporto con la natura, con la Shiva che ha indicato nel contadino “il rigeneratore della terra, del suolo, dei semi, dell’acqua e persino del clima”, in quanto instaura con essi una relazione nonviolenta, cooperativa, cogenerativa e in grado di co-evolvere con l’uomo, offrendo migliori risultati rispetto all’agricoltura industriale, l’ambientalista non intende neppure chiamare “coltura”. Dal canto suo, Bianchi ha messo in evidenza passi delle scritture e della tradizione cristiana in cui vi è un’attenzione specifica nei confronti dell’ambiente, tra cui il “De Planctu Naturae” di Alano di Lilla, in cui la terra si lamenta per l’eccessivo sfruttamento umano, sino a giungere all’ultima enciclica “Laudato si’” di papa Francesco, apprezzata molto anche dalla Shiva. Qui sotto, di seguito, il testo dell’intervista esclusiva che il Priore di Bose ci ha rilasciato.
Padre Enzo Bianchi, intervista esclusiva per TP: “I politici siano coerenti”
Padre Enzo Banchi, il Vangelo di oggi 20 settembre 2015, XXV Domenica del tempo ordinario, si avvicina molto al tema del suo intervento, ovverosia la Sequela. Infatti troviamo Gesù con i suoi discepoli che lo seguivano per la Galilea, terra straniera, ma al contempo si dice che anche loro che gli erano vicini non capivano le sue parole, soprattutto, neppure loro erano esenti dalla logica del potere. Perché è così difficile la Sequela?
Perché siamo uomini noi, come lo erano loro. Su ogni strada c’è la tentazione di affermarsi, di primeggiare e di conseguenza di vantare più meriti degli altri. Certo, Gesù in maniera molto netta ha detto tra voi non sia così. Questo è impossibile, e ha preso un piccolo – poteva essere un povero, un bambino, uno “scarto”, diremmo noi – e l’ha messo in mezzo a loro e ha detto che quando vediamo uno scarto al servizio degli altri, quello è il più grande. Invece noi prima facciamo i grandi e poi a loro auguriamo che possano diventare servi degli altri. Questo non può funzionare.
In ambito politico come si può espletare la Sequela di Cristo?
Basterebbe che i politici fossero coerenti, se sono cristiani col cristianesimo, e se non sono cristiani col fatto che sono servitori della società, della polis. Basterebbe che loro vivessero in giustizia, avessero il senso della fraternità, stessero lontani dalla corruzione e soprattutto, oserei dire, da questa arroganza politica che fa di loro dei cattivi maestri.
Per un cristiano è possibile militare e votare per qualsiasi partito?
Penso di sì, non c’è un partito cristiano. Certo, i vincoli son quelli razionali perché io non vado a votare un partito che dice di perseguitare alcune persone o di rifiutare gli stranieri. Se fa delle scelte anti-evangeliche certamente non lo voto.
Il Convegno ecclesiale si sta tenendo in questi giorni a Firenze, il Sinodo dei Vescovi sarà ad ottobre e il Giubileo della Misericordia si aprirà a dicembre: sono tre eventi importanti per la Chiesa universale. Riusciranno a imprimere una direzione di cambiamento? Se sì, di che tipo?
Speriamo che il Sinodo metta in pratica questa misericordia che papa Francesco chiede. L’anno della misericordia sia davvero un tempo in cui nella Chiesa si esercita la misericordia, la si comprende, la si vive e la si annuncia anche all’esterno, al mondo. Il Convegno di Firenze basta che impari di più che cos’è la misericordia; tutti quelli che vi partecipano sentano di più il Vangelo, e ce n’è d’avanzo.
Le piacciono le modalità con cui monsignor Nunzio Galantino, segretario della Conferenza Episcopale Italiana, interviene nel dibattito politico?
Sì, penso che sia un uomo schietto. Fa risuonare il Vangelo, non ha assolutamente alcun interesse e vuole essere un uomo franco.
L’ultimo quesito riguarda il Suo scontro verso il portale cattolico online la Nuova Bussola Quotidiana. Hanno riferito di una diffida nei loro confronti inviata dal Suo avvocato: come è andata a finire?
No, è stato semplicemente chiarito che le calunnie che loro fanno, se sono calunnie, possono essere messe davanti a un tribunale ecclesiale prima, e eventualmente poi davanti a quello dello Stato. Non c’è alcuna querela, sono solo stati messi in guardia dal calunniarmi.