Sondaggio Euromedia, avanza il M5S, a -5,8% dal PD
Sondaggio Euromedia, avanza il M5S, a -5,8% dal PD
Euromedia torna ai sondaggi elettorali per Ballarò e snocciola le intenzioni di voto rilevate nell’ultima settimana.
La variazione più grande è costituita dall’aumento del Movimento 5 Stelle che sale dello 0,6% e raggiunge il 25,8%, portandosi così a solo il 5,8% dal PD che scende a un 31,6%, il 9% in meno di quanto ottenuto alle europee 2014.
Nel resto dell’opposizione non vi sono sommovimenti eccessivi, la Lega Nord è in una fase di stanca e anche per Euromedia cede terreno perdendo lo 0,3% e andando al 15,4%. Stesso 0,3% guadagnato da Forza Italia al 12,3%
Trai partiti minori stabile a un buon 4% Fratelli d’Italia, mentre la sinistra radicale nel complesso tocca un 7,3%, con SEL però in calo e a un livello inferiore degli altri partiti di area.
NCD-UDC infine rappresenta l’unico partito sotto la soglia del 3%, a un deludente 2%
Il sondaggi Euromedia si occupa di beni culturali: gli italiani pensano che abbia ragione il ministro dei beni culturali Franceschini contro il sindacato, 52,5% a 20,1%, nella vicenda dell’assemblea indetta dai lavoratori del Colosseo che ha lasciato il monumento chiuso ai turisti fino alle 11.
Alta tuttavia anche la percentuale di coloro che non si esprimono, il 27,4%
In seguito alla vicenda il decreto ha subito varato un decreto con norme restrittive sul diritto di sciopero, scatenando la protesta dei sindacati.
Sondaggio Euromedia: per gli italiani ha ragione Francescini contro il sindacato sugli scioperi al Colosseo
Il sondaggio Euromedia quindi tocca anche questo argomento chiedendo agli italiani se di sciopero in Italia si abusa o meno. La maggioranza relativa delle risposte è diplomatica, per i rispondenti se ne abusa ma solo in alcuni settori. In ogni caso i Sì poi superano i No 30% a 20,5%
Sulle colpe delle inefficienze dei beni culturali però gli italiani sembrano avere le idee chiare: per la maggioranza, il 53%, la colpa è dei politici, mentre solo delle minoranze indicano la frammentazione decisionale, il 20,2%, o la troppa burocrazia, il 14,4% o infine gli insufficienti investimenti pubblici, il 12,4%