Infografiche: i salari reali nel mondo, per l’Italia un continuo calo
Questa settimana le nostre infografiche sono dedicate ai salari reali, ovvero in questo caso misurati secondo il criterio del Purchase Parity Power, normalizzando i poteri d’acquisto delle varie nazioni nel tempo.
Salari reali: USA sempre in testa tra i grandi Paesi
Salari reali che vengono quindi confrontati nei diversi anni dal 1991 a oggi. Abbiamo preso in particolare l’anno 2000 e il 2014 per verificare in quali nazioni i salari siano cresciuti maggiormente e quali hanno perso posizioni.
Gli anni 2000 e 2014 sono mostrati nelle prime due infografiche, in cui si osserva come nel 2000 fossero Stati Uniti, Australia e Germania i Paesi nelle rispettive aree geografiche a vedere salari più alti, e l’Italia con 34 mila dollari circa era a 16 mila dollari dagli USA e 6 mila dalla Germania.
14 anni dopo gli USA sembrano avere staccato tutti, soprattutto il Giappone e la Germania, che hanno avuto delle dinamiche stagnanti, e anche all’interno dell’Europa stessa la maggior parte dei Paesi, ma non l’Italia, ha ridotto il divario con la Germania, in particolare i Paesi nordici.
E’ da segnalare come la Spagna ci abbia superato di circa 2 mila dollari, essendo i salari del nostro Paese rimasti gli stessi nel tempo, e la Francia ora ci sovrasti di 6 mila, contro i mille di 15 anni fa.
Salari reali, aumenta la disuguaglianza tra nazioni
Nella terza infografica vediamo in effetti il divario tra i salari dei vari Paesi OCSE, e come sia aumentato nel tempo: l’Italia è il puntino rosso, e se nel 1995 a parità di numerosità di dati, la differenza tra il primo e il terzo quartile era di 12 mila dollari, nel 2014 era di 20 mila.
E l’Italia da una posizione quasi di mezzo è scivolata a metà del secondo quartile.
La situazione del nostro Paese è ben illustrata nell’ultima infografica in cui si vede come se nel 1991 i nostri salari reali superavano quelli inglesi e francesi e si avvicinavano alla media OCSE, ora, dopo un declino quasi ininterrotto, sono molto inferiori.
La ragione è soprattutto l’inflazione, in Italia costantemente maggiore di quella di altri Paesi, non a caso dopo l‘introduzione dell’euro il ritmo di declino dei salari è diminuito, ma è rimasto un gap in produttività, quella che certamente spinge n alto gli stipendi americani e invece abbatte i nostri.