“La camorra ha dimostrato una vitalità ed una capacità di risorgere degne della mitica araba fenice, a dimostrazione che le condizioni sociali, economiche e culturali ne favoriscono la rinascita”. A dirlo è il presidente dell’Autorità anticorruzione, Raffaele Cantone, in un intervento sul Mattino per i 30 anni dall’omicidio del giornalista Giancarlo Siani, nel quale spiega di non condividere la posizione di politici e intellettuali che, “nell’opporsi alle riprese della nuova serie Gomorra o nel criticare le dichiarazioni della presidente dell’Antimafia Bindi”, hanno contestato “che nella società napoletana vi sia una presenza costitutiva della camorra”.
“I clan tradizionali, completamente distrutti dalle indagini giudiziarie”, afferma, hanno lasciato campo libero “a gruppi improvvisati di giovanissimi che hanno una carica di violenza da far ricordare arancia meccanica ed è un mera constatazione che un pezzo di società napoletana riconosce valore e significato alla presenza e all’intermediazione economico/sociale camorristica”.
“Litigare se a Napoli la camorra sia o meno costitutiva o un tratto antropologico (concetti entrambi che letteralmente, comunque, non condivido) rischia di far perdere di vista l’obiettivo; c’è un pezzo di società abbandonata, in cui vi è una diserzione scolastica da Africa e non da Europa, disoccupazione record che si alimenta di un welfare non statale ma criminale, un’assenza quasi assoluta di controllo del territorio da parte delle Istituzioni. I napoletani migliori, quelli come Giancarlo Siani – conclude Cantone – non si vergognano di sicuro che certe cose possano essere dette anche a voce alta e credo si vergognino molto di più di quanto non si faccia ogni giorno per recuperare un gap che releghi queste brutture al passato”.