“La prossima sfida per l’Euro non è più economica, ma politica”. E’ questa l’opinione di Peter Spiegel che, sul ‘Financial Times’ analizza lo “psicodramma” dell’Eurozona.
Secondo Spiegel, dunque, sebbene l’euro sia economicamente salvo – anche se non al sicuro – ora l’obiettivo si sposta sulla sostenibilità politica del progetto di unione monetaria: “l’Eurozona ha vinto la guerra, ma ora deve vincere la pace”.
Per l’analista l’importante ora sarà dunque affrontare la stagnazione economica e l’insurrezione politica, quest’ultima alimentata dal forte sentimento euroscettico che si respira in quest’immediata vigilia elettorale.
Spiegel evidenzia la presenza di forti partiti euroscettici in tutta Europa, in particolar modo in Francia, Italia ed Olanda, tre dei paesi fondatori della Comunità.
Un altro punto da non sottovalutare, per l’analista del Financial Times, è la richiesta di molti leader europei – compresi elementi di spicco come il francese Holland ed il premier italiano Renzi – di abbandonare la ricetta di austerity, invertendo la rotta. Queste richieste preoccupano Bruxelles e Francoforte e rischiano di scontrarsi con le ferree regole di bilancio di marca teutonica.
Per Spiegel dunque il problema è capire se sia possibile uscire da questa situazione, anche perchè una ricetta di sola austerity potrebbe condannare diversi Stati membri dell’UE ad una anemia prolungata, con il rischio che i partiti nazionali tradizionali possano non riuscire più a contenere l’ondata euroscettica.
Emanuele Vena