La sinistra dem non è una “brigata inconcludente”, parola di Matteo Renzi. Il presidente del Consiglio ha risposto alle lettere dei lettori della rubrica Caro segretario de L’Unità, parlando tra le altre cose, del rapporto con la minoranza del partito.
Renzi: “Compito Pd è riportare l’Italia alla testa dell’Europa”
Ribadendo di avere “il rispetto per tutti i nostri amici e compagni che stanno all’opposizione interna”, il premier ha spiegato che il compito del Partito Democratico “non è dilaniarsi tra maggioranza e minoranza” ma quello di “riportare l’Italia alla testa dell’Europa” e quello di “riportare l’Europa ad avere un’anima”. “L’importante”, si legge, poi, nella risposta, “è che finalmente l’Italia si sia rimessa in moto”.
Sempre in merito ai rapporti con la minoranza dem, rispondendo ad un altro lettore, che evoca le “ciabattate” della nonna, il premier ha sottolineato che ci sta “provando con tutto me stesso” a tentare la strada del dialogo e delle inutili contrapposizioni.
La polemica con D’Alema: “Il partito è più vivo che mai”
Se, quindi, è un Renzi conciliante quello che parla della minoranza dem, altrettanto non si può dire di quando l’argomento è Massimo D’Alema. All’ex premier che aveva parlato di un Pd che “ha perso la connessione sentimentale con il suo popolo”, l’ex sindaco di Firenze ha risposto con una punta d’orgoglio. “Il Pd è più vivo che mai” ha ricordato il segretario che, pur senza slides, non ha rinunciato a snocciolare i dati della sua gestione.
A partire dagli “oltre cinque milioni di Euro raccolti dal Pd con il 2X1000, grazie agli oltre 500.000 dichiarazioni dei redditi”, sino ai risultati elettorali degli ultimi anni. Il riferimento non è solo al 40,8% delle europee dell’anno scorso, “più o meno il doppio della percentuale in cui erano i Ds durante la segreteria e il governo D’Alema”, ma anche alle elezioni regionali, una tornata non particolarmente cara all’ex leader della Quercia che dopo la sconfitta per 8 a 7 nel 2000 rimise il mandato nelle mani dell’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.
“Le nostre regionali, per intenderci, le abbiamo vinte noi, non è un caso che governiamo 17 regioni su 20” ha affermato Renzi.
Sui sindacati: “Non hanno capito che la musica è cambiata”
Dopo D’Alema, Renzi si è tolto qualche sassolino nella scarpa anche nei confronti di alcuni sindacalisti: “I corpi intermedi sono importanti” ha sottolineato il premier, ribadendo che “però anche loro devono essere meno autoreferenziali”. “E poi c’è il tema della trasparenza”, ha aggiunto Renzi riferendosi a quei”sindacalisti che prendono a fino 300.000 euro di pensioni all’anno”.
Sugli scioperi di settimana scorsa al Colosseo, infine, duro è l’affondo del segretario dem: “Certe scene non potranno più accadere” ha spiegato il segretario democratico che ha puntato il dito contro “alcuni sindacalisti che pensano ancora di poter prendere in ostaggio la cultura e la bellezza dell’Italia”. “Non hanno capito che la musica è cambiata” ha, poi, aggiunto parlando del decreto legge che inserirà i Musei tra i servizi pubblici essenziali.