Per Matteo Salvini, leader della Lega Nord, nella lotta al fondamentalismo islamico dell’Isis non servono mezze misure. Ma un intervento corposo a livello quantitativo e con una strategia di totale abbattimento.
Il leader del Carroccio spiega la propria ricetta per combattere la minaccia jihadista in Siria sulle pagine del quotidiano “Il Foglio”. Una ricetta piuttosto semplice quanto radicale: “Basta, la retorica pacifista non serve più: andiamo con l’esercito in Siria, sterminiamo l’Isis”.
Isis, la ricetta di Salvini
Il segretario leghista spiega meglio il proprio concetto: “Se le ragioni che spingono centinaia di migliaia di profughi a scappare della Siria sono legate alla furia assassina dei fondamentalisti islamici occorre intervenire subito con l’esercito, non con le fionde come stiamo facendo oggi, per sradicare alla radice i tagliagole dell’Isis”.
Salvini chiarisce anche i “no” della Lega ai provvedimenti parlamentari volti ad appoggiare i curdi o a dare il via a bombardamenti aerei: “sono tutti provvedimenti spot che non tengono conto di un fatto ovvio e lineare: per garantire la pace anche nel nostro continente oggi non c’è altra scelta se non quella di combattere contro gli islamisti con una violenza incomparabilmente superiore a quella dei terroristi”. E aggiunge: “quello che bisogna fare è smetterla di giocare con le fionde”.
Quello di Salvini è un monito preciso al governo Renzi e alla comunità internazionale, i quali “non possono continuare a far finta di nulla e a non prendere posizione in Siria per paura di schierarsi con le uniche forze che in questa fase rappresentano un argine per l’avanzata dello Stato islamico”.
Quali sarebbero queste forze secondo Salvini? La Siria di Assad ed ovviamente la Russia di Vladimir Putin, leader molto stimato dal segretario del Carroccio. Quella di Putin, per Salvini, è una strada da seguire perché “l’immigrazione si governa anche così”.