Il tema delle pensioni divide ancora una volta premier e ministro dell’Economia. Ieri rispondendo ad un lettore sulle pagine dell’Unità, il premier ha auspicato che “la flessibilità in uscita sia realizzabile già con questa legge di stabilità. Ti assicuro che una persona come il ministro Padoan è tra le più sensibili sull’argomento. Dobbiamo però gestire le scelte fatte dai ministri e dai governi precedenti. Ti assicuro che lo faremo con buonsenso e ragionevolezza. Il problema delle pensioni – ha continuato il premier – è forte e sentito, tutta via dobbiamo trovare il giusto equilibrio. Da una lato c’è un sistema pensionistico che non può costare come in passato, dall’altro ci sono persone che vorrebbero godere della pensione non troppo tardi, magari prendendo anche qualcosa in meno. Va trovato l’equilibrio, ci stiamo provando”.
Nel pomeriggio di ieri, intervenendo alla festa di Scelta Civica, il ministro dell’Economia, Padoan, ha voluto fare una precisazione: “L’idea che la flessibilità sia a costo zero è semplicemente inesatta. L’operazione di flessibilità costa, bisogna vedere come viene attribuito questo costo e a chi”.
I sindacati intanto continuano a chiedere che la flessibilità in uscita sia inserita già nella prossima legge di Stabilità. “E’ assurdo – afferma il segretario della Cisl Annamaria Furlan, in un’intervista a Repubblica – che uomini e donne debbano rimanere inchiodati fino a 67 anni al lavoro quando abbiamo oltre il 40% di giovani disoccupati, la flessibilità in uscita è indispensabile a prescindere dai lavori usuranti”. “Adesso bisogna che il governo tiri fuori la sua proposta“. L’idea di prevedere solo correttivi temporanei alla riforma Fornero, secondo Fulan, “è un ragionamento sbagliato perchè nel sistema pensionistico bisogna avere uno sguardo lungo: serve una riforma ristrutturale”.