“Non saremo mai una società post-sindacale, la mediazione fra le parti non può essere sostituita dalla legge o dal paternalismo fai da te. Ma certo, il mondo del lavoro è cambiato, sono cambiati i contratti, il modo di produrre. E anche i sindacati devono cambiare. Altrimenti conteranno sempre meno”. L’allarme sullo “stato di salute” dei sindacati arriva da Annamaria Furlan, segretario generale della CISL, una delle tre maggiori organizzazioni a tutela dei lavoratori in Italia.
Intervistata dal Corriere della Sera, la Furlan rilancia la necessità di un accordo per un nuovo modello contrattuale, stigmatizzando l’opposizione di CGIL e UIL, che al momento hanno disertato le trattative: “è un errore ritardare un accordo così importante. Abbiamo bisogno di agganciare la produttività alla contrattazione a livello territoriale e aziendale, che va premiata con incentivi fiscali per alzare i salari”. E aggiunge: “Spero che tutti tornino al tavolo: affidare la questione alla legge rischierebbe di irrigidire un sistema che ha bisogno di flessibilità”.
Sindacati, l’allarme di Furlan
Furlan spiega le strategie futuro del sindacato da lei guidato: “Porteremo il 70% delle nostre risorse, sia umane sia economiche, sul territorio”. Il tutto con un occhio di riguardo ai giovani – con la necessità di “riservare dei posti, a tutti i livelli, a donne e giovani sotto i 30 anni – e facendo “partecipare tutti i lavoratori alla governance dell’azienda”, seguendo il modello tedesco.