Liquidazioni record per gli ad delle società pubbliche: 23 milioni
Lo stipendio dei manager pubblici è alto? Perché non si vuole guardare alle liquidazioni. Pardon, Tfr. Le società pubbliche quotate in borsa, poi, non devono sottostare al tetto imposto da governo Renzi, la cosiddetta ‘soglia Quirinale’. Quel livello, 240.000 euro lordi, che percepisce il Capo dello Stato. Ed ecco, quindi, che le nuove nomine imposte dall’esecutivo alla guida delle società pubbliche come Eni, Enel, Terna e Finmeccanica hanno portato gli ex amministratori delegati a percepire 23 milioni di euro, sotto la voce ‘trattamento di fine rapporto’.
Per i tredici anni di Alessandro Pansa in Finmeccanica, il cda ha pensato diversargli 5,45 milioni. “L’ennesima vergogna”, secondo Federconsumatori. Lo stipendio annuale di 1000 precari, calcola l’associazione a difesa degli utenti. Chi scavalca Pansa è l’ex ad di Eni, Paolo Scaroni: 8 milioni la sua liquidazione, composta da più voci. Vicino al manager vicentino si piazza Fulvio Conti, precedente amministratore delegato di Enel: 7 milioni dovrebbe essere il conto finale. Infine, più modesto, Flavio Cattaneo (ex ad di Terna, azienda operatrice per la trasmissione dell’energia elettrica): 2,4 milioni, tuttavia non sotto la voce ‘tfr’, bensì “spettanza da lavoro dipendente”.
Il conto finale è altissimo: 23 milioni di euro. A questi non si contano i probabili 6 milioni che le Poste Italiane dovrebbero indirizzare verso Massimo Sarmi ex ad per tredici lunghi anni.
Daniele Errera