Nelle ore in cui a tenere banco è la polemica sulla presenza del sindaco di Roma, Ignazio Marino, all’incontro delle famiglie a Philadelphia con Papa Francesco, a sorprendere è la proposta del segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, sul possibile futuro primo cittadino della Capitale.
“Un nome che non mi dispiacerebbe come sindaco di Roma è quello di Souad Sbai – ha affermato il leader del Carroccio in un’intervista a Radio Padania – una parlamentare che si occupa dei diritti delle donne e lotta contro la violenza islamica da anni”.
Chi è Souad Sbai
Di origini marocchine, la potenziale candidata a sindaco di Roma della Lega Nord ha acquisito la cittadinanza italiana nel 1981. Laureata in lettere e filosofia presso l’Università “La Sapienza” di Roma con una tesi sul diritto islamico, Sbai nel 2005 ha conseguito il dottorato di ricerca sul tema “I diritti delle donne e associazionismo femminile nei Paesi del Maghreb” presso la Facoltà di studi politici e per l’alta formazione europea e mediterranea “Jean Monnet” dell’Università degli Studi di Napoli.
Nel corso degli anni, Sbai ha tenuto diverse lezioni in alcune Università italiane sui diritti delle donne, sull’infibulazione e sul tema dell’integrazione.
Nel 2007 è entrata a far parte della commissione “Salute e immigrazione” del Ministero della Salute per poi essere eletta alla Camera, l’anno dopo, come candidata del PDL nella circoscrizione Puglia. Nel luglio 2014, Sbai ha deciso di abbandonare il partito di Berlusconi per approdare nella Lega Nord di Salvini.
Opinionista di “Libero” e de “Il Sussidiario”, ha scritto anche per il quotidiano “Avvenire” e per il quotidiano online “L’Occidentale”; in qualità di Presidente dell’Associazione delle donne marocchine in Italia, nel 2005 è entrata a far parte della “Consulta per l’islam italiano”, voluta dal Ministero dell’Interno per contrastare l’estremismo jihadista in Italia.
Un cambio di strategia, da parte di Salvini, per attrarre a sé un elettorato moderato in fuga dinanzi all’atteggiamento della Lega contro gli immigrati?
Francesco Ferraro