Al Nazareno, ma soprattutto a Palazzo Chigi, speravano che la mannaia di Grasso fosse più affilata. E che quindi gli emendamenti cassati fossero molti ma molti di più. Così però non è stato. Il presidente del Senato ha usato la mano pesante sì, ma non pesantissima. E così le dietrologie si sprecano. Secondo i maligni, dietro alla decisione di Grasso si celerebbe un accordo con la minoranza Pd che vorrebbe far slittare il voto del ddl Boschi. Per il Corriere della Sera si tratterebbe solo di una mossa “mediatica” per “evitare che all’esterno arrivi l’immagine di un presidente del Consiglio vincitore senza problemi”.
Il capo del governo, per ora, evita di rispondere consapevole del fatto che alla fine la riforma verrà approvata entro la data prevista: il 13 ottobre. “Il 13 ottobre si vota, i tempi sono contingentati, non vi preoccupate, non esiste che la riforma non passi entro quella data” ha detto ai fedelissimi. Perché lo sanno tutti, se la riforma saltasse la conseguenza finale sarà il voto. Il presidente Mattarella, infatti, non rischierebbe un governo tecnico con Renzi che controlla maggioranza del partito e dei gruppi parlamentari.
Ddl Boschi, arriva il “canguro” del Pd
Forse questo lo sa anche il presidente del Senato, che oggi, per l’appunto, ha dato un’ulteriore sforbiciata, ammettendo solo gli emendamenti soppressivi o modificativi del quinto comma dell’articolo 1 del ddl Boschi e quelli soppressivi dell’intero articolo. Grasso ha poi considerato ammissibili 19 richieste di votazioni segrete all’articolo 1 del ddl Boschi.
Inoltre ha bocciato anche il ‘supercanguro’, ossia gli emendamenti premissivi, che servono a sostituire un intero articolo per far decadere tutti gli emendamenti presentati a quell’articolo. Tra gli emendamenti all’art.1 dichiarati ammissibili dal presidente del Senato Pietro Grasso ce n’è però uno, l’ 1.203, firmato dal senatore del Pd Roberto Cociancich che riscrive l’art.1 del ddl Boschi. Se dovesse passare, spiegano i tecnici, si potrebbe arrivare a votare l’ intero art.1 stasera perchè decadrebbero moltissimi emendamenti anche quelli a scrutinio segreto. Per il leghista Calderoli l’emendamento Cociancich “è un attentato alla democrazia”. La sfida è iniziata.