Tagli alla cultura, battibecco tra Benni e Franceschini
Premio Vittorio De Sica? No, grazie. Una scelta difficile quella del pluripremiato scrittore Stefano Benni, motivata dagli eccessivi tagli governativi alla cultura. Una protesta, insomma. Che, tuttavia, non piace al Ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, che risponde per le rime.
Benni parla dal profilo personale di facebook: “scelgo di non accettare. Come i governi precedenti, questo (con l’opposizione per una volta solidale), sembra considerare la cultura l’ultima risorsa e la meno necessaria. Non mi aspettavo questo accanimento di tagli alla musica, al teatro, ai musei, alle biblioteche mentre la televisione di stato continua a temere i libri, e gli Istituti Italiani di Cultura all’estero vengono di fatto paralizzati. Non mi sembra ci sia molto da festeggiare”. Un attacco forte, specialmente quando Benni sottolinea come il Premio De Sica venga consegnato da un Ministro (quello dei Beni e delle Attività Culturali, appunto) e quindi abbia una forte connotazione politica.
Franceschini però non ci sta e ribatte per mezzo di una lettera inviata a La Repubblica: “con grande rammarico leggo che perfino uno scrittore di talento come Stefano Benni cade nella tentazione di lanciare strali senza documentarsi”, scrive l’ex segretario del Pd. “Da lui – continua Franceschini – mi sarei aspettato che prima di evocare tagli alla cultura inesistenti, addirittura citando settori specifici (alla musica, al teatro, ai musei, alle biblioteche) si fosse informato”. Quindi difende il lavoro fatto con Letta e con Renzi. Di “inversione di tendenza”, parla Franceschini, che poi si dilunga su alcune cifre: “il Fus, fondo unico per lo spettacolo (teatro, musica, danza, cinema etc) è aumentato rispetto al 2014 di quasi tredici milioni di euro. Per il settore cinematografico c’è stato un incremento del 18% dei fondi, l’estensione del tax credit, che ha riportato le grandi major internazionali a girare nel nostro paese. Grande attenzione è stata rivolta al settore bibliotecario e ai principali istituti del ministero, cito solo alcuni esempi: le due biblioteche nazionali, Firenze e Roma, il cui stanziamento complessivo, destinato alle spese di funzionamento, è passato dal 2013 al 2015, da 1.371.686,00 a 2.599.153,00 euro”. Non sono esclusi dall’attività di risanamento l’Opificio delle pietre dure e dell’Istituto superiore per la conservazione ed il restauro, la tutela del patrimonio culturale e i musei statali. “I fatti e i numeri sono testardi”, parafrasa quindi il Ministro. Poi, concludendo la lettera, Franceschini rassicura Benni su come “il Premio Vittorio De Sica non si tratta di un riconoscimento governativo ma di una lodevole iniziativa che Gian Luigi Rondi porta avanti fin dal 1975 e a alla quale, a volte, partecipa il Ministro”.
Non si fa attendere, tuttavia, la replica del diretto interessato, Stefano Benni. Sempre su Repubblica: “caro Ministro, la sua è una risposta da politico in leggera difficoltà, non da sereno amante della cultura. La mia infondata indignazione è condivisa da molti, e si fonda sui miei incontri con piccole, coraggiose, serie realtà che voi avete soffocato, e che lei farebbe bene a frequentare di più. Avrei preferito che dicesse chiaramente cosa vuole fare d’ora in avanti, piuttosto che elencare cifre sommarie per difendere il suo posto di lavoro. Sì avete dato soldi, ma a chi e con che criteri?”. Prendendo quindi atto della buona volontà del Ministro, Benni conclude chiedendo celerità al Governo Renzi: “ho una certa età e non vorrei premi alla memoria”.
Daniele Errera