Come era prevedibile Nichi Vendola e la sua dorata pensione sono finiti nel tritacarne mediatico. Fatto assolutamente normale per un leader che professa l’equità sociale e i pari diritti salvo poi prendere una pensione doppia come spiega oggi il Fatto Quotidiano.
“Il pensionato di Sel, inoltre, potrà aggiungere all’assegno di consigliere anche quello di parlamentare (almeno fino a quando non dovesse essere eletto di nuovo). Vendola è entrato a Montecitorio nel 1992, molto prima che il trattamento pensionistico degli onorevoli venisse riformato per renderlo meno squilibrato rispetto a quello dei lavoratori comuni. Nichi è rimasto in Parlamento per quattro legislature (anche se l’ unica completa è stata quella dal 2001 al 2006) e ha rinunciato alla quinta, nel 2013, per restare alla guida della Regione Puglia. In tutto, ha seduto a Montecitorio per circa 13 anni“.
Un cumulo di vitalizi che fa schizzare la pensione a 10.000 euro mensili. Mica male.
E sì che 3 anni fa durante la battaglia delle primarie di centrosinistra, l’allora sindaco di Firenze Matteo Renzi invitò Bersani e lo stesso Vendola a rinunciare se non al vitalizio, almeno al cumulo (“Io non ho vitalizi ma – disse Renzi – chi li ha, a partire da Bersani e Vendola, potrebbe rinunciare almeno al cumulo? Anche solo per rispetto di chi vive con la pensione minima”). Vendola vi rinuncerà?