Dopo un avvio scoppiettante fatto di dichiarazioni ben lontane dal politically correct, Donald J. Trump cala nei sondaggi. Complici della discesa, le innumerevoli gaffe e lo scontro con Carly Fiorina ( unica donna repubblicana candidata) nel secondo dibattito andato in onda il 16 settembre, che ha fatto scendere il suo gradimento dal 28 al 22%.
Il tonfo di Trump non è legato particolarmente alle mosse degli altri candidati come Jeb Bush, Marco Rubio e la stessa Fiorina, ma è egli stesso il problema. Il suo essere un uomo tutto di un pezzo ed estremamente schietto fa pensare ad una personalità che non fa compromessi con nessuno, questo in una prima parte del confronto repubblicano lo ha fatto emergere, ma nella seconda parte invece è precipitato per mancanza di idee e progetti ben definiti.
Alcuni suoi pensieri come: costruire “un muro al confine con il Messico” o trattare la Cina “comunista” come se fosse un nemico innalzando dazi sui suoi prodotti o ancora farneticare di sconfiggere l’Isis senza rispondere in merito alla sua strategia, crea simpatia tra gli elettori di destra, ma spacca l’elettorato in due. In questa seconda parte delle primarie Trump non ha offerto un sostanziale programma che sia differente dagli altri candidati; Trump non piace più agli americani, ma soprattutto non piace alle minoranze e ai moderati. Questo non vuol dire che non può vincere le primarie, ma sicuramente dovrà rimettersi in sesto se vorrà tenere testa alla favorita dei democratici: Hillary Clinton.
Attilio Di Sabato