Ucraina, elezioni Donbass: Putin ci ripensa?
“Putin ha promesso che farà tutto il possibile, ed entro martedì dovrebbe arrivare l’ufficialità”. Petro Poroshenko, presidente dell’Ucraina, rivela alla stampa che il presidente russo Vladimir Putin potrebbe aver cambiato idea a proposito delle elezioni da tenersi nelle regioni separatiste del Donbass.
Secondo quanto dichiarato dal presidente ucraino in un’intervista televisiva, il leader del Cremlino avrebbe promesso di porre in essere un’opera di convincimento nei confronti dei separatisti filo-russi, in modo da spingerli a desistere dalla decisione di indire elezioni nelle aree contese con Kiev ed autoproclamatesi indipendenti.
Elezioni Donbass: dagli accordi di Minsk alla situazione attuale
Come sancito negli accordi di Minsk stipulati a febbraio, il Donbass sarebbe tornato alle urne ad autunno – così come il resto dell’ex repubblica sovietica, che andrà al voto per elezioni locali il 25 ottobre – restituendo a Kiev il controllo della frontiera con la Russia. Il governo ucraino negli ultimi mesi ha però continuamente ribadito l’impossibilità di garantire libere elezioni nella zona orientale del Paese, a causa del conflitto in corso ormai da un anno e mezzo.
La decisione delle repubbliche separatiste di Donetsk e Lugantsk di procedere ugualmente alle elezioni, fissando il ricorso alle urne tra ottobre e novembre, ha provocato l’irritazione di Kiev, che ha minacciato di non riconoscere l’eventuale esito della tornata elettorale.
La mediazione di Putin arriva anche in seguito all’incontro tenutosi a Parigi tra lo stesso leader russo ed il presidente francese François Hollande. Nel vertice – oltre alla questione centrale della crisi siriana e dei raid aerei inaugurati da Mosca – si è parlato anche di Ucraina e Donbass, con il capo dell’Eliseo che si è dimostrato perplesso in merito alla possibilità di implementare entro il 31 dicembre tutti i dettagli dell’accordo sancito a Minsk.
Il nuovo orientamento del presidente russo segue anche le ultime rivelazioni effettuate da osservatori internazionali, che hanno evidenziato la presenza nelle mani dei separatisti filo-russi del sistema ‘TOS-1 Buratino’, lanciarazzi multipli di produzione russa. Una rivelazione che confermerebbe ancora una volta il coinvolgimento diretto di Mosca nelle operazioni belliche in corso nel Donbass, un’accusa respinta da sempre con fermezza dal Cremlino.