“Caro Mattarella”: le opposizioni scrivono al Colle e denunciano “deficit democratico”
“Caro Mattarella”: un voto segreto e la maggioranza ha toccato il suo punto più “basso”. L’emendamento che prevedeva la votazione anonima per l’articolo 12 del Ddl Boschi è stato bocciato con 143 voti, dunque, lo scarto è stato di soli 13 voti. Francesco Giro, Forza Italia, ha precisato che “lo scarto era di 13 voti su entrambi i voti segreti e ciò significa che bastavano 6 voti per pareggiare e 7 erano i verdiniani in aula. È nato il governo Verdini-Barani… Renzi”.
La modifica che riguarda l’Art.72 della Costituzione – iter per l’approvazione di una legge nel nuovo sistema bicamerale – è stata approvata con 168 sì e 103 no, mentre, con 170 si, 111 no e 4 astenuti è passato l’articolo 13 (promulgazione delle leggi) che modificherà l’Art. 74 e l’Art. 138 della Costituzione. Invece, l’articolo 14 (promulgazione delle leggi da parte del Capo dello Stato) ha ricevuto 169 voti favorevoli, 166 sì per l’articolo 16 (decurtazione d’urgenza).
“Caro Mattarella”: le opposizioni e il “deficit di democrazia”
Le opposizioni (Fi, Gal, Lega e Sel) hanno deciso di denunciare, con una lettera inviata al Presidente della Repubblica Mattarella, il “progressivo irrigidimento del governo” che ha favorito l’approvazione di una legge che “ha votato solo la maggioranza”, mostrando “un sistematico parere contrario, quasi pregiudiziale su tutte le proposte emendative, tranne quelle frutto di un accordo politico all’interno del Pd”.
Una riforma costituzionale in palese contraddizione con la Carta fondamentale stessa, dunque. Il problema, però, non è solo il contenuto ma anche la forma, piena com’è di incongruenze ed errori materiali. Sotto accusa anche il Presidente del Senato Pietro Grasso il cui ruolo “super partes” – risulta dalla lettera recapitata al Colle – è venuto decisamente a mancare. Accogliendo tutte le istanze della maggioranza, avrebbe condotto delle gravi violazioni del regolamento “in merito alla presentazione degli emendamenti, in particolar modo quelli sottoposti a voto segreto sulla delicata materia delle minoranze linguistiche, pregiudicando così la corretta gestione dell’aula”.