Marino si autoassolve: pur di cacciarmi mi avrebbero messo della cocaina in tasca
La linea del sindaco dimissionario di Roma Ignazio Marino sul piano politico è di auto-assoluzione. Ecco cosa ha affermato alla Stampa Marino: “Ci avevano provato con la Panda rossa, i funerali di Casamonica, la polemica sul viaggio del Papa. Se non fossero arrivati questi scontrini, prima o poi avrebbero detto che avevo i calzini bucati o mi avrebbero messo della cocaina in tasca”. Sulle note spese contestate, Marino si difende: “Io non so cosa ci hanno scritto sopra. Ho consegnato gli scontrini agli uffici, come si fa in questi casi. Non escludo che possa esserci stata qualche imprecisione da parte di chi compila i giustificativi”.
Marino: “Non ho parlato con Renzi”
Su Renzi: “Non avendo avuto l’opportunità di parlare col presidente del consiglio, non ho potuto conoscere qual è il suo giudizio”. Nessuna minaccia dietro la puntualizzazione di avere 20 giorni per ritirare le dimissioni: “Prendo atto che Pd e Sel, due partiti della maggioranza, hanno chiesto le mie dimissioni. E un chirurgo non può restare in sala operatoria senza il suo team”. “La decisione non è più nelle mie mani. E io sono l’ultima persona al mondo che vuole occupare una poltrona”.
“Roma sarà parte civile nel processo di Mafia Capitale. Noi abbiamo tagliato le unghie a chi voleva mettere le mani sugli affari” e ora si augura che “chi verrà dopo di me non riporti Roma indietro”. Afferma poi che in questa vicenda nel Pd “mi hanno espresso vicinanza in due. Il ministro Graziano Delrio e Giovanni Legnini, entrambi molto avviliti per quanto accaduto”.
Marino: “Mai dette quelle frasi”
In mattinata il sindaco dimissionario nega davanti ai giornalisti le ricostruzioni apparse sui giornali oggi: “Leggo su alcuni quotidiani frasi virgolettate che mi vengono attribuite. Le smentisco categoricamente: si tratta di falsità che non ho mai pronunciato. Vedo che si parla di mie telefonate con Matteo Orfini che non sono mai avvenute, vedo mie frasi su inesistenti mail di Walter Veltroni pubblicate a firma di Giovanna Vitale su La Repubblica, frasi uscite sul Corriere della Sera in cui mi si attribuisce che “ora farò i nomi”. Tutto ciò è falso e sono costretto ancora una volta a procedere con le querele oltre alle richieste di danni in sede civile”.