Cina: secondo una ricerca pubblicata dal giornale scientifico britannico The Lancet un giovane cinese su 3 rischia di morire a causa del tabacco. Lo studio condotto dai medici della Oxford University, insieme a quelli dell’Accademia di Medicina e dell’Istituto per il controllo delle malattie cinesi, mostra che due terzi dei giovani in Cina comincia a fumare prima dei 20 anni, la metà di questi rischia di morire a causa delle sigarette se non smette del tutto.
La ricerca è cominciata 15 anni fa, sono stati presi in considerazione centinaia di migliaia di casi: in Cina, fino al 2010, circa un milione di persone è morto a causa del fumo, entro il 2030 il numero di decessi a causa del tabacco potrebbe raggiungere quota 2 milioni (un decesso su 3 nella fascia di età 35-69 anni).
Cina: una sigaretta su 3
La Cina non è solo il più grande produttore di tabacco, ma anche il più grande “consumatore” di sigarette: ogni 3 sigarette fumate in tutto il mondo, una è stata accesa proprio in Cina. In totale, fuma il 25% della popolazione cinese, circa 350 milioni di persone.
Pechino ha proibito il fumo negli uffici, nei locali e sul trasporto pubblico alla fine di maggio 2015 (multa di 36 dollari – dopo 3 violazioni il nome del trasgressore viene pubblicato sul sito del governo – invece, le imprese che trasgrediscono vengono multate di 1600 dollari). Un mese prima era stata vietata la pubblicità dei marchi di sigarette (tuttavia, vengono tuttora presentate in pacchetti eleganti ed accattivanti, quindi, senza le immagini e gli avvertimenti che i fumatori del resto del mondo conoscono bene). Un provvedimento anti-fumo specifico per le scuole è stato varato solo nel 2014.
Molti pensano che sia lo stile di vita particolarmente stressante dei cinesi a favorire il radicarsi del “vizio”, inoltre, il tabacco è molto economico in Cina. Questo punto evidenzia un chiaro “conflitto di interessi”: le entrate del Monopolio di Stato cinese – nel 2010 – erano il 10% di tutte le entrate dello Stato.