Sono giorni fondamentali per capire verso quale direzione andrà Milano dopo Pisapia. Da una parte si profilano elezioni primarie, dall’altra un colpo netto da parte del Presidente del Consiglio Renzi. O ancora, un’elezione primaria a sinistra ma senza il centro sinistra. Insomma, un grande caos di cui l’unica certezza è la non ricandidatura di Pisapia.
L’incontro tra Renzi e Pisapia c’è stato. Un meeting successivo al caos romano, che ha prodotto le dimissioni del sindaco di Roma. Renzi avrebbe chiesto al primo cittadino di Milano una scelta condivisa per il suo successore. Un’iniziativa da costruire insieme, praticamente: Pd e non solo. Una scelta che potrebbe addirittura sorpassare le primarie: “non devono essere un dogma, però sono fondamentali per una città come Milano”, ha affermato Pisapia.
Ma quali sono i nomi in lista per il centro sinistra milanese? Anzitutto la delfina di Pisapia, la vicesindaco Francesca Balzani. Il Pd territoriale, tuttavia, spera in Giuseppe Sala, unico di Expo. Da sinistra (dove, tuttavia, Balzani è comunque apprezzata) salgono le quotazioni per il dem Pierfrancesco Majorino, sostenuto da Sel. Ma è proprio da sinistra che arriva una brutta notizia per la coalizione che fu di Pisapia: Rifondazione Comunista pensa ad una elezione primaria in proprio. Praticamente una candidatura in proprio. Una piccola percentuale che tuttavia potrà risultare determinante a maggio 2016.
Sull’organizzazione interviene uno dei candidati più autorevoli, Emanuele Fiano, che punta tutto sulle primarie: “noi a Milano abbiamo vinto per e con le primarie e rivinceremo per e con le primarie. Rimango importanti per questa città, rispetto ad altri problemi che ci sono stati nel Paese. A Milano abbiamo dimostrato che si possono fare e fare bene e che sono uno degli strumenti che permettono di vincere. Credo che il Pd milanese faccia bene a chiedere il coinvolgimento del segretario nazionale e del sindaco ma dobbiamo affrettare la definizione delle regole e far partire le primarie”.
Infine vi è la questione Pippo Civati: l’ex Pd ha criticato ferocemente il ‘modello Milano’ targato Pisapia. Sul blog un vero e proprio epitaffio: “la sinistra inizia a interrogarsi sulla possibilità di esprimere un proprio candidato, peccato solo che sia molto tardi. Qualcuno è ancora affezionato all’idea di partecipare alle primarie sulla base del ben noto argomento della diversità milanese. Peccato che in questi anni quello che un tempo è stato il centrosinistra milanese non abbia mai avuto nulla da dire sulle famose riforme del governo Renzi, con una simpatia per il premier dal 2013. In giunta erano quasi tutti renziani, più o meno dichiarati”. E sulla questione di una diretta candidatura di Civati, il deputato risponde così: “no. D’altra parte sono l’eterno candidato a qualsiasi cosa. Però ci sarò, nel senso che sono interessato alla discussione nella città dove ho lavorato, studiato e insegnato”.
Un grande calderone dal quale, nei prossimi giorni, dovrà uscire una via sicura: primarie o decisione imposta. In entrambi i casi il tempismo sarà necessario al fine di preparare un programma ed una campagna elettorale al livello di una città importante come Milano.
Daniele Errera