Per giovedì mattina è fissato il Consiglio dei Ministri che dovrà approvare il disegno di legge di stabilità (l’ex finanziaria per intendersi) del 2016 da inviare a Bruxelles. Poi la parola passerà alla Commissione Europea che dovrà esprimersi sul testo licenziato dal governo e – una volta dato il via libera definitivo – il Parlamento sarà impegnato fino al 31 dicembre per approvare il bilancio del prossimo anno. Solo giovedì si conosceranno con precisione le misure del governo ma, tra anticipazioni giornalistiche e dichiarazioni ufficiali dei vari ministri, una bozza della legge di bilancio può essere già delineata.
Le misure
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“Meno tasse”. Nel 2016 la Tasi sulla prima casa e l’Imu su terreni agricoli e imbullonati saranno aboliti per tutti. Senza distinzione tra ricchi e poveri. “La prima casa non può avere tasse perché sono sacrifici di una vita – ha detto Renzi sabato a Verona – speriamo che così riparta il settore delle costruzioni”. Costo: 4,5 miliardi. Secondo le simulazioni di Uil di luglio i contribuenti italiani arriverebbero a risparmiare mediamente 180 euro, tenendo conto di tutti i 10mila comuni italiani.
Probabile anche un anticipo del taglio dell’Ires (imposta sul reddito delle società) che dovrebbe andare a regime a partire dal 2017. Secondo gli ultimi dati del Ministero dell’Economia relativi alle dichiarazioni del 2013 – ripresi in estate dall’agenzia Adnkronos – il taglio dell’imposta sulle imprese porterebbe ad un risparmio di circa 1200 euro l’anno per le pmi.
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Povertà. Ieri a Che tempo che fa il premier ha detto che “l’unico modo per combattere la povertà è creare la ricchezza ma, in attesa della crescita, ci sarà per la prima volta nella storia del nostro paese una misura ad hoc per le 600mila famiglie che vivono attualmente sotto la soglia di povertà”. Sul tema si ritorna alla fatidica cifra degli 80 euro. Ogni componente della famiglia con Isee inferiore ai 3mila euro annui potrà usufruire di questo gruzzoletto. Circa 500mila bambini saranno compresi in questo pacchetto di aiuti. “E’ maturo il tempo per una misura contro la povertà – aveva annunciato il premier lo scorso 30 settembre durante il question time alla Camera – e in particolare quella infantile”. Ma per combattere la povertà, sostiene Renzi, non serve il reddito di cittadinanza proposto dal Movimento 5 Stelle ma “innanzitutto serve creare lavoro”.
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Canone Rai. La tassa sul servizio pubblico radiotelevisivo sarà abbassata da 113 a 100 euro ma verrà allegata alla bolletta Enel di luce e gas. Il governo con questa misura cerca di recuperare un po’ di soldi provenienti dall’evasione del Canone che ha toccato il 30% nel 2014.
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Occupazione. Gli sconti sui contributi per le imprese che assumono con contratti a tempo indeterminato verranno dimezzati a partire dal prossimo anno e ridotti ad un quarto nel 2017. Questo, spiegano gli economisti, per non “drogare” troppo il mercato del lavoro e, quindi, l’economia tutta. Dagli 8mila euro per 36 mesi del 2015, si passa a 4mila per 24 mesi nel 2016 e 2mila per 12 mesi nel 2017.
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Il “Superammortamento”. Sabato Renzi, di fronte agli industriali del nord-est, ha annunciato un bonus fiscale (definito “superammortamento”) fino al 140% degli investimenti di un’azienda. In soldoni, chi acquista un macchinario nel 2016 (al 40% in più) potrà ridurre l’utile e quindi pagare meno tasse. Costo: tra gli 800 milioni e il miliardo fino al 2023.
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Mezzogiorno. Come riporta stamani Lorenzo Salvia sul Corriere della Sera, gli ultimi dubbi rimangono sul “piano per il Sud”. L’investimento del governo dovrebbe essere di 10 miliardi da utilizzare per finanziare per le infrastrutture. Per quanto riguarda le coperture, 3 miliardi dovrebbero arrivare dall’ulteriore flessibilità richiesta a Bruxelles e gli altri 7 “dallo sblocco e dalla parziale riprogrammazione di stanziamenti già previsti ma finora utilizzati in parte”.
Ieri Renzi ha annunciato anche una misura per incentivare i giovani ad intraprendere il servizio civile. Dai 50.000 del 2015, il governo si aspetta che diventino 100.000 il prossimo anno. Costo: 100 milioni. Una spesa che non pesa molto sui conti pubblici ma a cui il premier tiene molto dal punto di vista simbolico.
In sintesi, la manovra sarà di 27 miliardi totali di cui 15 previsti per evitare che scattino le clausole di salvaguardia.
E le coperture? 10 miliardi arriveranno dalla spending review (ma probabilmente saranno meno), 3,5 dalla voluntary disclosure prorogata al 31 dicembre di quest’anno e gli altri 15 miliardi dovrebbero arrivare dalla spesa in deficit (7 miliardi) e dai margini di flessibilità che la Commissione Europea dovrebbe concedere all’Italia per aver avviato un serio percorso di riforme strutturali (lavoro, pubblica amministrazione, giustizia).
Cosa manca.
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Flessibilità sulle pensioni. Ieri Renzi da Fazio ha annunciato che sulle “pensioni bisogna intervenire con saggezza” e quindi il governo ha rinviato la norma sull’uscita in anticipo dal mercato del lavoro al prossimo anno “quando si conosceranno i numeri precisi”. Dopo mesi di annunci del premier, ha vinto la cautela del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, da sempre scettico su una misura di tale portata fatta in fretta e furia.
Cosa dice l’Europa?
Sia il Fondo Monetario Internazionale che l’Unione Europea si sono espressi recentemente a favore di un taglio delle tasse sul lavoro rispetto a quelle sulla casa. Ma da questo orecchio l’esecutivo non ci sente e lo ha ripetuto anche sabato Padoan dal vertice del G20 di Lima. Per ora, comunque, non è arrivato alcun commento ufficiale dalla Commissione Europea che si esprimerà – come ha chiarito il responsabile Ue per l’economia Pierre Moscovici alla Stampa circa un mese fa – solo quando il testo sarà inviato a Bruxelles.
Questa inoltre sarà la settimana decisiva per sapere se l’Italia potrà usufruire degli ulteriori 3 miliardi di flessibilità richiesti all’Europa, la cosiddetta “clausola sui migranti”. La trattativa è giunta alle sue fasi finali e, su questo, il governo si sta giocando il tutto per tutto.
Giacomo Salvini