No Tav: l’insulto ‘pecorella’ gli costa 4 mesi di reclusione
“Che pecorella che sei, sai che sei proprio una bella pecorella, sei carino. Sai che sei illegale? Sei proprio una bella pecorella. Sai che vestiti così da stronzi arriverete fino alla pensione, noi ci divertiamo a vedere voi stronzi vestiti così”. Con queste parole Marco Bruno, attivista No Tav, si era espresso nei confronti di un carabiniere (Stefano Fadda) in assetto antisommossa, nel febbraio 2012, durante una delle innumerevoli manifestazioni in Val di Susa.
Oltraggio a pubblico ufficiale punito con 4 mesi di reclusione. Questa la pena rivolta nei confronti di Bruno da parte del giudice Gian Luca Robaldo che ha valutato come offensivo e gratuito l’epiteto ‘pecorella’ rivolto per alcuni minuti nei confronti della forza dell’ordine che, al contempo, manteneva un comportamento del tutto pacifico.
Sei mesi, chiesti dalla pm Nicoletta Quaglino, contro l’assoluzione voluta dai legali del manifestante, Claudio Novaro e Maurizio Cossa. Alla fine, i 4 mesi inflitti sono una via di mezzo che sembra scontentare più la difesa di quanto accontenti l’accusa. Quaglino aveva affermato come “le parole pronunciate dall’imputato dicano tutto. Credo che qualsiasi persona, se appellata Pecorella, si risentirebbe. Sono offese assolutamente gratuite. Sono cresciuta leggendo Pasolini. Ed è come cittadina, non come pm, che adesso dico che sto con le forze dell’ordine”. Gli risponde, in aula, Novaro, parlando di una concomitanza di eventi che avrebbero portato a delle offese in fondo modeste: “bisogna tenere conto del contesto. C’era stata una grandissima manifestazione popolare e il movimento No Tav chiedeva il ripensamento dell’opera. La caduta di Luca Abbà avvenuta poche ore prima aveva creato uno straordinario allarme e sensi di inquietudine anche in Marco Bruno che lo aveva conosciuto. Le parole da lui dette in un contesto così delicato sono un dato trascurabile rispetto alle dinamiche di valle, eppure vengono enfatizzate dai media per distogliere l’attenzione di ciò che stava capitando in Val di Susa, la costruzione di un’opera inutile e devastante per il territorio”.