Parigi – Il Front National alla prova del governo? Una prospettiva concreta persino per i suoi più acerrimi avversari. Considerata “a furor di sondaggi” già al secondo turno delle Elezioni Presidenziali del 2017, la destra populista di Marine Le Pen potrebbe conoscere l’ennesimo exploit già a dicembre in occasione delle Regionali, per le quali la campagna elettorale scatterà il prossimo 6 novembre.
Secondo un’indagine dell’istituto IFOP, commissionata dal Journal du Dimanche, il partito della Le Pen arriverebbe in testa allo scrutinio (in base alla media nazionale) con il 31% dei voti. Nello specifico, la prospettiva di un successo FN anche al secondo turno è data per concreta in due regioni: Nord-Pas de Calais e Provence-Alpes-Cote d’Azur.
I capofila di entrambe le liste sono due autentici cavalli di razza del movimento: la stessa Presidente Marine Le Pen, candidata al Nord, e la nipote Marion Maréchal in PACA, la cui investitura si era resa inevitabile dopo la rottura tra Marine e il padre Jean-Marie Le Pen – fondatore e candidato “naturale” del Front National in regione fino alla pubblica sconfessione della rampolla.
A suffragare l’ipotesi di una vittoria frontista ci sono i numeri delle ultime Elezioni Dipartimentali, alle quali i lepenisti ottennero circa il 35% nel complesso in NPDC – sede del comune di Hénin-Beaumont, feudo del fedelissimo “Bleu Marine” Steeve Briois – e tra il 28 e il 32% nelle circoscrizioni dipartimentali nei dintorni di Nizza e Marsiglia.
Francia: La destra logorata di Sarko
Il FN tornerebbe dunque a sfondare, avendo ormai digerito mesi di logoranti dispute familiari tra Marine e Jean-Marie. La presenza di liste “dissidenti” – come quella guidata da Jacques Bompard proprio in PACA – non sarebbe sufficiente ad arginare la nuova vague elettorale frontista, che turba il sonno dei partiti tradizionali.
La destra moderata de Les Républicains di Nicolas Sarkozy ha da poco archiviato il caso Nadine Morano, ex ministro durante il quinquennio 2007-2012 e protagonista della frase choc sulla “Francia paese di razza bianca”, pronunciata nel corso di una trasmissione televisiva. Morano, portabandiera dei post-gollisti nel Grand-Est, è stata in seguito rimossa dalla lista e sostituita dalla compagna di partito Valérie Debord. Una circostanza che, ha sottolineato Marine Le Pen, dimostra la sudditanza dell’ex UMP a un partito “Immigrazionista e comunitarista” come l’UDI, insieme ai centristi del MoDem alleati di coalizione del centrodestra alle Regionali.
Francia: le divisioni della sinistra
Il clima non è più disteso in casa Socialista: il Primo Ministro Manuel Valls, reduce dalla visita ufficiale in Giappone e in questi giorni in viaggio in Medio Oriente, si è detto “Preoccupato” in vista dello scrutinio, alla luce dei sondaggi che preconizzano l’ennesimo “Disastro annunciato (…) per una Sinistra divisa”. La maggioranza si è vista inoltre indebolita a causa delle ultime vicende che coinvolgono il candidato in Ile-de-France (regione parigina), Claude Bartolone, al centro di un’indagine su presunte nomine irregolari al tempo della presidenza del dipartimento Seine-Saint-Denis.
Non hanno giovato nemmeno le ultime uscite dell’attuale titolare dell’Economia, Emmanuel Macron, in merito al “Liberismo valore di Sinistra” e la querelle con il sindaco di Lille Martine Aubry, “Madame 35h” e figura chiave della fronda PS: “Ne ho abbastanza di lui”.
Francia: Fronte Repubblicano, sì o no?
Il Primo Segretario socialista Jean-Christophe Cambadélis, nel frattempo, ha promosso un referendum interno sulla proposta di un rassemblement di tutte le forze della sinistra, che al momento si presenterebbero balcanizzate all’appuntamento elettorale del primo turno: PS, Front de Gauche e Partito Comunista, Ecologisti (EELV).
L’idea dell’Unione progressista sta tuttavia prendendo piede a scapito del più volte evocato “Fronte Repubblicano” con la destra all’eventuale ballottaggio – nella forma di “accordo di desistenza”, in caso di triangolare, o esplicita indicazione di voto per il candidato LR in caso di duello con quello lepenista. Una pista che non attecchisce presso l’ala sinistra del partito di maggioranza (su tutti l’ex ministro Benoit Hamon), mentre il Governo – François Hollande compreso – tende a non escludere a priori nessuna strategia ritenuta utile a sbarrare la strada a Marine Le Pen.
Niccolò Inches