La Legge Severino è buona così com’è. Questo il parere di Palazzo Chigi che, attraverso l’avvocatura di Stato, parla della retroattività della legge e della sospensione degli amministratori condannati. La Legge Severino (decreto legislativo 235/2012) è chiara: per i parlamentari o amministratori locali condannati, i primi in via definitiva, i secondi anche dopo il primo grado, vi è l’incandidabilità, la decadenza e la sospensione.
Legge Severino: niente ricorsi per De Magistris, De Luca (e Berlusconi)
Ora, attraverso questa presa di posizione, Palazzo Chigi è sicuro che Luigi De Magistris (condannato dal Tribunale di Roma, il 24 settembre 2014, a un anno e tre mesi per abuso d’ufficio) e Vincenzo De Luca (anch’egli condannato per il medesimo reato ad un anno, nel gennaio 2015, dal Tribunale di Salerno) non possano esercitare le cariche. La Legge Severino, come si è detto, parla chiaro: retroattività e sospensione.
Ma il sindaco di Napoli e il governatore della Campania erano stati sospesi dal prefetto in attesa del parere della Consulta. I due sperano che i pilastri sopra citati (sospensione e retroattività) siano resi inefficaci dalla Corte.
Lo spera anche Silvio Berlusconi, decaduto da Palazzo Madama sempre per via della Legge Severino.
Secondo l’Avvocatura di Stato il ricorso del Tar è “inammissibile” in quanto la Cassazione ha tolto al Tar la possibilità di conferire al giudice ordinario un potere così ampio. Inoltre, scrivono dall’Avvocatura, la Corte Costituzionale “ha negato che la norma sulla sospensione dalla carica avesse natura sanzionatoria e ne ha affermato la piena compatibilità con la Costituzione”.
L’avvocatura, attraverso gli avvocati Palmieri e Soldani, chiede che sia “garantito il contemperamento degli interessi in gioco, diritto all’elettorato passivo da un lato, buon andamento dell’amministrazione dall’altro”, mentre sulla retroattività tagliano corto: “si applica la norma vigente al momento dell’esercizio del potere amministrativo”. L’udienza pubblica è attesa per martedì 20 ottobre.