Italicum: potrebbe essere incostituzionale
Italicum: nella giornata dell’approvazione della riforma del Senato, la nuova legge elettorale torna a far parlare di sé. Pare infatti che nonostante le innumerevoli ore di discussione e la tanto attesa approvazione, ci sia il rischio che una parte dell’Italicum possa essere dichiarata incostituzionale.
A rimettere in discussione il testo di legge potrebbe essere l’articolo 39 della norma transitoria della Costituzione, inserito dai bersaniani, la quale prevede che entro 30 giorni dall’entrata in vigore della riforma, 1/4 di deputati o 1/3 di senatori possano rivolgersi alla Consulta per chiedere un giudizio preventivo sulla legge elettorale.
E quanto scrive Francesco Bei su La Repubblica, ricordando il “vizio” su cui già ad agosto Luciano Violante aveva puntato l’attenzione: «Se la Consulta dovesse applicare gli stessi principi usati sulla legge Calderoli – aveva dichiarato il giurista – una parte rilevante dell’Italicum potrebbe essere dichiarata incostituzionale».
Italicum: un nuovo competitor per il Pd
Se ciò dovesse accadere chiaramente il testo dovrebbe essere nuovamente modificato dal Parlamento e sarà allora che tornerà in auge lo scontro sul premio alla coalizione, messo da parte a favore invece del premio alla lista. Una questione che pone un problema rilevante per il Pd, perché – secondo il cronista del quotidiano di Scalfari – nel frattempo potrebbe nascere un nuovo soggetto politico che includa i fuoriusciti dem e Sel.
Ma su questo aspetto, occorre fare attenzione. Non si può aver già dimenticato che la prima prova di collaborazione tra gli ex democratici e i vendoliani, messa a punto da Pippo Civati con la sua proposta di un referendum per cambiare le riforme approvate dal governo Renzi, sia irrimediabilmente fallita.
Tra i due gruppi in cerca di una nuova identità (Sel e gli ex dem) quell’intesa e quella convinta condivisione di intenti tale da poter portare alla creazione di un vero competitor per il Pd, pare che al momento non ci sia. Ma ciò non vuol dire che il Pd resterà ancora per molto l’unico riferimento per l’elettorato del centro sinistra.