Svolta garantista di Maroni
Roberto Maroni, leghista e presidente della Regione Lombardia, ha fatto da sempre della legalità il suo vessillo di battaglia. Tanto che proprio nella giornata in cui il suo vice è stato arrestato, era in programma un convegno sulla trasparenza. Meglio non presentarsi avrà pensato Maroni e difatti la sedia è rimasta vuota. Ma se la storia è maestra, il presidente senz’altro ricorderà le barricate leghiste all’indomani dell’arresto di Zambetti, assessore della giunta lombarda, che costrinsero Roberto Formigoni, allora governatore della regione, a dimettersi dopo 17 anni di governo. Fu proprio Maroni infatti a condurre a nome della Lega Nord un’estenuante trattativa con l’allora presidente che alla fine, dopo le dimissioni in blocco della maggioranza degli eletti, dovette firmare l’addio al Pirellone.
Formigoni ed il Presidente Maroni
Oggi Roberto Formigoni, senatore Ncd, non ha sete di rivalsa. Rispetto all’attacco politico ventilato dalla Lega dopo gli arresti, intervistato da Repubblica, dichiara: “Mi viene da sorridere. Dico storia magistra vitae sentendo le dichiarazioni degli amici della Lega. Tre anni fa non la pensavano così”. Il Carroccio staccò la spina alla sua giunta per “molto meno” assicura il senatore e aggiunge: “Il presidente della Lombardia, che ero io, non era stato arrestato. Nemmeno il mio vice era stato arrestato e non ero nemmeno stato rinviato a giudizio. Era una situazione decisamente meno grave. Comunque ben venga che abbiano cambiato opinione, ma non condiviso quando parlano di giustizia ad orologeria”. Ma sulla consegna del mandato da parte del governatore, il senatore resta cauto: “Un arresto è un fatto pesante, ma le dimissioni di Maroni francamente le trovo immotivate. Le responsabilità sono personali”.
I guai di Mantovani
Intanto in queste ore continuano ad emergere gli illeciti ricondotti a carico dell’ex assessore alla Sanità, arrestato pre turbativa d’asta e tangenti. Di fatto la procura di Milano parla di un “sistema Mantovani”, una macchina della corruzione che non comprende solo le manipolazioni delle gare d’appalto per l’affidamento di forniture e lavori, ma anche assunzioni ‘a comando’. Un capitolo inedito dell’inchiesta riportato da ‘Repubblica‘ nell’edizione odierna e che coinvolge anche Silvio Berlusconi. Secondo quanto riportato dal quotidiano di Scalfari infatti, dietro questo sistema ci sarebbe anche la ‘longa manus’ dell’ex premier.
Come ricostruito ieri da ‘Il Fatto quotidiano’, tra Mario Mantovani e Silvio Berlusconi c’è una lunga amicizia. Mantovani infatti scende in politica proprio a fianco dell’ex premier e ricopre negli anni vari incarichi di responsabilità all’interno del partito e delle istituzioni. Sindaco di Arconate nel 2011, eurodeputato dal 1999 al 2009, senatore dal 2008 al 2013, sottosegretario dal 2008 al 2011, consigliere regionale e vicepresidente della Regione Lombardia. Impegni a cui ha sempre affiancato il suo lavoro da imprenditore nel campo dell’assistenza sanitaria.