Sondaggio Ferrari Nasi & Associati: per gli elettori del centrodestra serve un nuovo partito, Meloni non convince fino in fondo
Fra i fuoriusciti da Forza Italia, il grande consenso attuale della Lega Nord che punta a farsi movimento nazionale, i problemi interni all’NCD e le contese fra gli ex Alleanza Nazionale, grande è in questo momento la confusione sotto il cielo del centrodestra. E in particolare sulle prospettive future della destra italiana si è concentrato un recente sondaggio dell’istituto di ricerca sociale Ferrari Nasi & Associati.
Nato nel 2012 dopo la fuoriuscita dal Popolo della Libertà di alcuni importanti esponenti, nelle prime prove elettorali Fratelli d’Italia non è riuscita ad avvicinarsi ai risultati ottenuti in particolare da Alleanza Nazionale nel corso della cosiddetta Seconda Repubblica. E anche oggi il partito guidato da Giorgia Meloni nei sondaggi elettorali resta accreditato di un consenso in un intervallo fra il 3 e poco più del 4 per cento.
Il sondaggio di Ferrari Nasi evidenzia come secondo quasi la metà dell’elettorato di centrodestra (46%) un partito con una chiara identità di destra in grado di pesare maggiormente non vada ricercato fra quelli attualmente esistenti e dovrebbe pertanto formarsi un soggetto politico nuovo ma con personaggi di nuova generazione e senza incarichi avuti in passato. Un elettore su cinque ritiene, invece, che Fratelli d’Italia possa essere il “centro di un nuovo partito per aggregare le altre forze della destra che sono sparse”; per un altro 14%, infine, una crescita del consenso e una convergenza dei voti di destra verso il partito di Giorgia Meloni è nel tempo inevitabile senza la necessità di creare soggetti politici nuovi rispetto a quelli attualmente presenti.
Quanto al leader di un eventuale nuovo partito della destra italiana, secondo il sondaggio Ferrari Nasi & Associati non sono più del 40% gli elettori di centrodestra che ritengono che la persona giusta a guidarlo possa essere l’attuale leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. Uno su quattro è decisamente in disaccordo su questa ipotesi, mentre un 17% vede l’ex Ministro della Gioventù del quarto Governo Berlusconi come usa soluzione transitoria, ma in seguito la scelta dovrebbe essere rivista. Per far largo, magari, a un Renzi della destra: un “uomo forte” i cui connotati, però, oggi non si riescono ancora a riconoscere.