L’UDC (SVP in tedesco) vince secondo pronostici ma ottiene ancor più seggi del previsto. Questo il risultato delle elezioni legislative per il rinnovo dei 2 rami del Parlamento della Svizzera. Se per la composizione definitiva del nuovo Consiglio degli Stati (46 membri) bisognerà ancora attendere, il nuovo Consiglio Nazionale – 200 membri, la Camera bassa di Berna – si colora ancor più di quel verde “scuro” che contraddistingue il partito guidato da Toni Brunner.
Risultati Elezioni Svizzera 2015: il nuovo Consiglio Nazionale
Qui di seguito è rappresentata graficamente la nuova composizione del Consiglio Nazionale, con le variazioni rispetto al Parlamento uscente.
Qui invece i risultati in termini percentuali
Notevole il successo dell’UDC che, pur confermando il trend degli ultimi sondaggi, ottiene un risultato che va ben oltre le aspettative, raccogliendo quasi un terzo dei seggi dell’intero Consiglio Nazionale e facendo registrare un +11 rispetto alla tornata elettorale di quattro anni fa.
Salgono anche i liberali-radicali (FDP), che guadagnano oltre un punto e 3 seggi rispetto al 2011. Diverso il discorso per il Partito Socialista (PS) che, pur mantenendo sostanzialmente invariata la propria percentuale, perde 3 seggi. Più consistente invece il calo di Verdi (GPS), Partito Borghese Democratico (BDP), Cristiano Democratici (CVP) e Verdi-Liberali (GLP), che perdono sia in termini di voti che di seggi.
Per quanto riguarda la composizione del Consiglio degli Stati – composto da 2 membri per cantone ed 1 per i “semi-cantoni” – bisognerà invece attendere i ballottaggi del prossimo 15 novembre, che forniranno un quadro completo della situazione.
Dopodiché toccherà alle due Camere che, riunite il 9 dicembre, eleggeranno il nuovo Consiglio Federale, il “direttorio” di 7 membri che rappresenta l’esecutivo collegiale della Svizzera. Dopo l’abbandono della “formula magica” che aveva gestito la ripartizione dei 7 seggi per oltre 40 anni, cresce la curiosità per capire se l’UDC avrà o meno un secondo rappresentante, quale riconoscimento della sua preponderanza elettorale.
Su questo tema, tutto ruota attorno alle decisioni della consigliera uscente Evelyne Widmer-Schlumpf – appartenente al BDP, nato nel 2010 dopo una scissione proprio dalla SVP-UDC – vista la non destituibilità de facto esistente all’interno del Consiglio, una prassi messa però in discussione proprio dal 2003 (anno della fine della “formula magica”) ad oggi. PS, CVP e la stessa BDP hanno assunto un atteggiamento prudente, a differenza – oltre che della stessa UDC – dell’FDP, che chiede invece un seggio supplementare per l’UDC, in modo da metterlo dinanzi “alle sue responsabilità”.
Per quanto riguarda le politiche, il successo elettorale dell’UDC ed il contestuale risultato deludente del PS confermano la crescente presa in Europa di posizioni intransigenti a proposito della tematica dell’immigrazione, tema affrontato in campagna elettorale dai due partiti in maniera completamente opposta. Ma come sottolineato anche dagli analisti elvetici, dal punto di vista della strategia politica di ampio respiro ora servirà una sintesi in particolar modo tra partiti come la stessa UDC e il FDP – che hanno raccolto insieme quasi il 50% dei seggi nel Consiglio Nazionale – vicini su tematiche finanziarie, economiche e sociali ma molto distanti in merito alla posizione da assumere nei confronti dell’Unione Europea, stante il profondo scetticismo dell’UDC cui si contrappone la volontà dell’FDP di non compromettere gli accordi bilaterali.