AGGIORNAMENTO: Erri De Luca è stato assolto dall’accusa di istigazione a delinquere perché “il fatto non sussiste”. Finisce così il processo per le frasi dello scrittore a proposito della TAV, che avevano spinto i pm a chiedere una pena di 8 mesi. “E’ stata impedita una ingiustizia, quest’aula è un avamposto sul presente prossimo”, le prime parole pronunciate da De Luca dopo la sentenza.
Per Erri De Luca è il giorno della verità. Sarà emessa oggi, infatti, presso il Tribunale di Torino, la sentenza sulla presunta “istigazione a delinquere” per la quale lo scrittore rischia una condanna a 8 mesi di carcere, secondo quanto chiesto dall’accusa.
Avrebbe “incitato a commettere reati” Erri De Luca quando, in un’intervista rilasciata ad Huffington Post ed ANSA nel 2013, disse che la TAV Torino-Lione andava sabotata. Un termine, “sabotare”, che lo scrittore ha successivamente cercato di ascrivere non tanto al danneggiamento materiale dei cantieri, quanto all’esigenza di impedire un’opera in fin dei conti inutile. Insomma, un “diritto al malaugurio” rivendicato nei confronti di un’infrastruttura la cui genesi risiede nel mero “affarismo di aziende collegate ai partiti”.
Una precisazione che, però, non è servita a risparmiargli il processo. Secondo l’accusa, le parole di De Luca, proprio perché pronunciate da una voce così autorevole, avrebbero avuto un peso rilevante in una serie di atti vandalici ai danni dei cantieri della TAV.
Erri De Luca e la TAV
Nei mesi De Luca è stato sommerso dal sostegno di numerosi personaggi nazionali e internazionali, come Roberto Saviano, Salman Rushdie e Paul Auster ma anche dall’affetto della rete, che si è mobilitata sotto l’hashtag #iostoconerri. Il processo a suo carico viene visto, infatti, come un esempio di censura della parola, “un processo alla libertà di pensiero” come ha sostenuto lo stesso De Luca.
Lo scrittore, che ha affidato la sua difesa anche ad un saggio, La parola contraria, ha già annunciato che in caso di condanna non ricorrerà in appello perché non disponibile a sperare nella maggiore comprensione di un’altra corte. Per i PM, convinti che la parola che istiga a compiere l’illecito “non può trovare tutela”, De Luca è colpevole. Dalla sentenza dovrebbe provenire “un messaggio sulla libertà di espressione” ha ripetuto lo scrittore, che nel frattempo ha già conquistato l’assoluzione di molti nell’opinione pubblica, e che ora attende il giudizio del tribunale.
Nel frattempo, lo scrittore ha confermato la sua posizioni in dichiarazioni spontanee fornite nel giorno della sentenza presso il Tribunale di Torino: “Confermo la mia convinzione che la linea sedicente ad Alta Velocità va intralciata, impedita e sabotata per legittima difesa del suolo, dell’aria e dell’acqua”.
Francesco Angelone