Elezioni amministrative 2016. Tra pochi mesi l’Italia dovrà affrontare la tornata elettorale delle amministrative: Milano, Torino, Napoli, Bologna e, dopo le ultime vicende, anche Roma, saranno alle prese con il rinnovo dei consigli comunali. Un test importante non solo a livello locale, ma anche per il Governo di Matteo Renzi.
Se da una parte il Renzi premier procede spedito nel percorso delle riforme, dall’altra il Renzi segretario del PD si trova ad affrontare ogni giorno una crisi. La crisi di Roma sembra sempre più complicata, la Campania di De Luca appesa a una prossima sentenza della Consulta, mentre nelle altre grandi e medie città ancora non pare profilarsi un accordo per i candidati che dovranno affrontare le elezioni di primavera.
Uno scenario complesso, che potrebbe portare il premier a valutare una nuova ipotesi: quella di fissare le elezioni amministrative previste per la primavera del 2016 nella data più avanzata possibile, ovvero la seconda domenica di giugno: il 12. L’eventuale turno di ballottaggio sarebbe fissato per il 26 giugno. La speranza sarebbe quella di avere più tempo per organizzare meglio il partito e accelerare al massimo l’azione governativa, producendo un effetto positivo sulla campagna elettorale.
Amministrative, a Roma Marino potrebbe ritirare le dimissioni
Qualsiasi sarà la data delle elezioni, il Governo e il Pd dovranno affrontare questioni non poco complesse, due in particolare: Roma e la Campania. Nella capitale, dopo le dimissioni legate alle spese del sindaco e al pressing del premier, Ignazio Marino si è rinchiuso nel silenzio ma potrebbe preparare un contropiede in vista delle elezioni: nella conferenza stampa ha lasciato intendere che se la questione delle spese si risolvesse, potrebbe anche ritirare a sorpresa le sue dimissioni. Per il partito però un’eventuale risoluzione della vicenda non cambia nulla, ma la situazione si complicherebbe ulteriormente. Se Marino ritirasse le sue dimissioni, il PD dovrebbe sfiduciare il sindaco con 27 voti e sarebbero necessari quelli dei Cinque Stelle e della destra ex missina. Un voto insieme alle opposizioni che potrebbe portare alla perdita da parte del PD di un’importante fetta del suo elettorato, un’ipotesi che si va ad aggiungere alla già precaria condizione del partito romano: secondo il più recente sondaggio Emg nel voto di lista i Cinque Stelle sarebbero in vantaggio con il 31,8% di preferenze, il Pd staccato al 19,7%, Intorno al 9% Forza Italia e Fratelli d’Italia, la stessa percentuale di un’eventuale Lista Marino.