Prima di ogni tornata elettorale si diffondono a macchia d’olio numerosi test di collocazione politica, che dovrebbero aiutare l’elettore ad orientarsi tra i partiti e a scoprire quali sono i candidati o le liste a lui più affini. Salvo alcune eccezioni, molti di essi si basano su una vettorializzazione dello spazio politico, che può avvenire secondo modalità differenti.
1. Destra/sinistra: una dicotomia ancora rappresentativa?
Anche se la maggioranza degli italiani continua a riconoscersi in uno dei poli della dicotomia tradizionale destra/sinistra, questa – complice anche l’ascesa del Movimento 5 Stelle e il declino di Silvio Berlusconi – ultimamente sembra essere in crisi, perché sempre più elettori tendono a non collocarsi: dal 10% del 2010 al 35% del 2014. Chi invece continua a identificarsi in uno dei due schieramenti – o meglio, in un vettore che va dall’estrema sinistra all’estrema destra, entrambe considerate autoritarie, passando per quelle liberal moderate – spesso continua a farlo in termini ideali, ad esempio sovrapponendovi lo scontro tra antiberlusconismo e berlusconismo o tra antifascismo e fascismo (con risultati spesso surreali), oppure rifacendosi nei casi (semi) colti a Norberto Bobbio. Il politologo vedeva nella destra interessi privati che, trasponendo sul piano sociale le ineguaglianze naturali, tendono al conservatorismo; nella sinistra, invece, ideali di trasformazione che perseguono l’uguaglianza sociale. Tale schematizzazione dicotomica è stata criticata tra l’altro da pensatori quali Costanzo Preve, che la riteneva inservibile per analizzare lo scenario del “capitalismo assoluto totalitario” globalizzato, in cui la diseguaglianza economica si basa su “un preventivo eguagliamento, in cui tutti sono astrattamente eguagliati di fronte alla sovranità primaria e metafisica della Merce”. Vi sarebbe quindi una sintesi dialettica da indagare filosoficamente e non una polarità schematica calcolabile con schemi matematici, né tantomeno con un solo vettore.
2. I presupposti teorici multivettoriali di Ferguson e Eysenck e le proposte alternative
Posto che un solo vettore destra/sinistra non sembra essere assolutamente sufficiente, gli studi novecenteschi di Leonard W. Ferguson e di Hans Eysenck sul campo psicologico delle abitudini politiche hanno portato ad una schematizzazione che include più parametri. Leonard W. Ferguson proponeva tre fattori: Religionism (fede religiosa, creazionismo), Humanitarianism (attitudini nei confronti della guerra, della pena di morte, delle carceri) e Nationalism (per tutto quello che riguarda la legge, la censura, il patriottismo). Il modello di Hans Eysenck consta invece solo di due vettori: “Radicalism” (R-factor, che può essere ricondotto a quello destra/sinistra) e “Tender-Mindedess” (T-factor, più difficile da valutare, ma che distingue i “tender minded” religiosi e pacifisti dai “though minded” militaristi e dalla morale più permissiva).
Eysenck voleva in questo modo, con il fattore T, evidenziare un fattore “though minded” che avrebbe accomunato nazismo e comunismo, collocati agli opposti se si utilizza il solo asse R.
Gli ultimi studi di Eysenck però evidenziarono l’esigenza di dare un’importanza a sé stante al piano economico, tanto da convincerlo a introdurre l’S-factor (socialismo/capitalismo), accanto a quelli già citati R e T.
Uno schema che si discosta leggermente da quelli di Ferguson e Eysenck è stato elaborato da Ronald Inglehart and Christian Welzel del World Values Survey, che dal 1981 lo hanno applicato alle nazioni del mondo, con l’asse autorità religiosa/secolarizzata (tradizionalismo religioso, famiglia) e sopravvivenza/espressione individuale (da un’attenzione prevalente ai problemi materiali e fisici della propria comunità alla focalizzazione sulla libertà personale con tutela delle “minoranze”). Da questi studi si evincerebbe che esistono società tradizionali e di sopravvivenza (cui fanno parte alcuni paesi africani, come Zimbabwe e Marocco, e asiatici, come Pakistan, Bangladesh e Giordania), tradizionali ma con una maggiore espressione individuale (specie nell’America centrale e meridionale: Messico, Colombia, Portorico), secolarizzate ma con valori di sopravvivenza (paesi ex-comunisti: Taiwan, Bulgaria, Bielorussia), secolarizzate con alta espressione individuale (tipicamente l’Europa del Nord: Svezia, Norvegia e Danimarca. Particolarmente interessanti sembrano essere gli studi che mostrano le variazioni culturali della posizione delle nazioni nel tempo, con la globalizzazione che, pur avendo accentuato alcune convergenze, ha separato ulteriormente i paesi ricchi da quelli poveri.
Milton Rokeach invece propose un modello differente, basato sull’importanza della libertà e dell’uguaglianza in una graduatoria di valori. Negli estremi si ha quindi il socialismo (libertà al primo posto, uguaglianza al secondo posto), il nazismo (libertà al penultimo posto e uguaglianza all’ultimo posto), il capitalismo (libertà al primo posto, uguaglianza all’ultimo posto) e il comunismo (libertà all’ultimo posto, uguaglianza al primo posto).
Da non sottovalutare nemmeno la classificazione di Brian Patrick Mitchell delle tradizioni politiche angloamericane a seconda del loro atteggiamento nei confronti dell’-archia (riconoscimento di una gerarchia sociale) e della –crazia (ricorso alla forza), debitamente distinte. Si possono avere quindi teorie politiche pro-archia e anti-crazia (costituzionalismo repubblicano), anti-archia e anti-crazia (individualismo libertario), anti-archia e pro-crazia (progressismo democratico), pro-archia e pro-crazia (nazionalismo plutocratico). Questo rivelerebbe come i neo-con “alla Bush” siano in realtà più vicini al Partito Democratico che non ai libertarians, i quali fanno parte dello schieramento repubblicano.
C’è poi chi propone un unico asse per rappresentare il grado di “oppressione del governo”, dai regimi dittatoriali all’anarchia; in questo caso senza però tener conto della politica attuata e sulla sua bontà, cosa che invece sapevano fare gli antichi greci, come mostrano le riflessioni dei filosofi Platone e Aristotele e degli storici Erodoto e Polibio. Ad esempio, quest’ultimo aveva teorizzato persino un’anaciclosi, ossia un ciclo che passa dal governo di uno al governo di pochi e al governo di molti, per poi ritornare daccapo, ma tutte e tre le forme sarebbero destinate degenerare. Un retto governo monarchico, passando in eredità ai figli, può degenerare in tirannia, che verrà rovesciata dagli uomini più influenti e più potenti in aristocrazia, ma anch’essa, nella spartizione interna del potere, degenererà in oligarchia, che sarà abbattuta dal popolo, il quale instaurerà una democrazia che può trasformarsi una oclocrazia, se esaspera le attitudini demagogiche con “leggi alla rinfusa” per le masse. Di qui poi si tornerebbe a forme di governo di uno. Secondo Polibio, con intenti apologetici nei confronti del modello romano, il ciclo si sarebbe potuto evitare adottando una costituzione equilibrata che contemperasse le tre forme buone. Nel rinascimento la teoria polibiana ebbe successo, anche se Machiavelli, insofferente ad un modello predeterminato, volle introdurvi una certa variabilità dovuta al caso.
Tornando ad altri modelli di vettorializzazione matematica, talvolta vengono utilizzati anche vettori, con impostazioni ideologiche manifeste, che tengono in considerazione altri fattori, come ad esempio il “razionalismo/irrazionalismo”, il ruolo della chiesa (dall’anticlericalismo militante alla teocrazia), la “tolleranza religiosa” (dall’ateismo di stato alla massima libertà), la politica estera (dall’interventismo all’isolazionismo), il commercio estero (dalla globalizzazione all’autarchia), la regolamentazione del mercato su presupposti etici (dal “free trade” al “fair trade”), il livello di sovranità (comunale, locale, regionale, nazionale, imperiale). A seconda dei contesti politici, il peso di tali vettori può essere più o meno importante.
3. I test di collocazione politica più diffusi: Political Compass, Nolan, Political Quiz
Veniamo quindi ai diagrammi cartesiani più diffusi, soprattutto in area angloamericana, a partire anche dalle teorizzazioni di Eysenck. Forse il modello maggiormente noto è quello del Political Compass, che mostra nelle ascisse un asse economico che va dal comunismo al più libero mercato e nelle ordinate il vettore autoritarismo/libertarismo (in alto sistemi autoritari, in basso sistemi anarchici).
Solitamente si sostiene che la bisettrice potrebbe rappresentare il vettore sinistra/destra (socio-economicamente parlando).
Nello schema qui sopra che analizza lo scenario tedesco avremmo così, da sinistra a destra: Die Linke, Die Grunen, Die Piraten, SPD, FDP, AFD, CDU.
Però in tal modo si attua una semplificazione notevole, che sarà all’origine della distorsione del sistema Euprofiler che mostrerò in seguito.
La collocazione del singolo elettore, come proponevano i teorici, può essere data dall’individuazione delle coordinate, che corrispondono al punteggio calcolato con una serie di domande che vanno a determinare il vettore delle ascisse e quello delle ordinate.
Lo schema successivo, elaborato da okcupid, mostra la stessa impostazione ma ruotata di 90°: infatti basta girarlo e si ha lo stesso modello, con una suddivisione di aree politiche:
Anche il modello di Nolan è fondamentalmente identico, ruotato di 45°, però chiama gli assi “libertà personale” e “libertà economica”.
C’è da dire però che, a seconda dell’impostazione ideologica di chi elabora il test, gli assi possono essere definiti in modo differente, e c’è una differenza semantica non trascurabile tra “autoritarismo illiberale” e “focalizzazione culturale sulla comunità”, o tra “assenza di libertà economica” e “controllo comunitario dell’economia”, perché utilizzando un’espressione si può connotare una posizione in senso negativo o positivo.
E proprio questa era la finalità di Nolan: promuovere la più ampia libertà economica e sociale, e collocarsi nella “punta del diamante” dal lui indicata: ossia il riquadro occupato da quel Libertarian Party che contribuì a fondare. Lo stesso vale per il test chiamato “World’s Smallest Political Quiz”, promosso dal libertarian Marshall Fritz della Advocates for Self-Government.
Nel dettaglio vediamo il tipico schema a diamante di Nolan e alcune sue varianti:
Va detto che ne esistono molte versioni, alcune delle quali introducono un terzo asse, dando vita ad un cubo, come nel caso del Friesian Institute che introduce la “libertà positiva” oppure in quello del Political Quiz – qui sotto – che aggiunge il vettore “nazionalismo/cosmopolitismo”.
4. I test per la collocazione politica in occasione delle elezioni europee
Nel caso italiano, è possibile osservare che per la realtà specifica delle elezioni europee sono diffusi più modelli.
Elaborato per le elezioni del 2009, Euprofiler si fonda su due assi cartesiani (sinistra/destra socioeconomica sulle ascisse; europeismo sulle ordinate). Anche se poi il sito permetteva di mostrare un diagramma a ragnatela più dettagliato, lo schema fondamentale evidenziava un problema fondamentale, in quanto l’asse socioeconomico si presta a più ambiguità: come collocare gli anarco-capitalisti “libertarians” (in Italia paragonabili ai “radicali”) che socialmente tendono all’anarchismo dei diritti individuali (considerato di sinistra) ed economicamente all’anarchismo economico (considerato di destra)? Essi risulterebbero una forza centrista, finendo paradossalmente nella stessa posizione degli stalinisti che coniugano autoritarismo sociale (considerato di destra) e autoritarismo economico (sinistra economica). Si noti qua sotto che Fiamma Tricolore risultava una forza di centro-centrosinistra (!), mentre per altre forze politiche italiane sembrano esserci meno problemi.
Pertanto lo schema riassuntivo tende a funzionare meglio quando i partiti sono collocati nei pressi della bisettrice che abbiamo evidenziato sul Political Compass: quando cioè al crescere del conservatorismo sociale si hanno, direttamente proporzionali, posizioni più liberiste.
A partire dal 2014, i test Euvox 2014 e EUandI sembrano riuscire a fornire una prospettiva migliore, perché fanno uso di tre assi (sociale: conservatori/liberali; economico: stato/mercato; europeismo: più euro/meno euro).
I test pongono una serie di affermazioni per ciascuna delle tre categorie e, oltre a ciò, ne vengono aggiunte altre per migliorare la rappresentazione del contesto nazionale. Sono possibili più risposte a seconda della condivisione delle posizioni: completamente d’accordo, d’accordo, né d’accordo, né in disaccordo, in disaccordo, completamente in disaccordo, nessuna opinione. Inoltre l’utente può indicare le proprie priorità, al fine di da attribuire un maggiore o un minore peso al punteggio delle singole risposte.
Da questi si ricavano i tre diagrammi cartesiani economia/società, economia/europeismo, europeismo/società sui quali, potenzialmente, possono essere collocati anche partiti di stati differenti, come abbiamo provato a fare qui sotto.
Da un’analisi di regressione – anche se condotta solamente sui partiti di Francia, Polonia, Germania, Portogallo, Grecia, Austria, Germania e Italia – si può evidenziare solamente una debole correlazione lineare (R²=0,33) tra i parametri del “conservatorismo sociale” e quelli dell’“antieuropeismo”: al crescere del “progressismo sociale” (es. propensione a matrimoni gay, liberalizzazione delle droghe, apertura delle frontiere agli immigrati) tende ad aumentare anche l’europeismo; per gli altri due grafici invece la correlazione è assolutamente insignificante.
I metodi di riepilogo possono essere differenti a seconda del metodo per il calcolo di affinità, che in genere può consistere in una media delle tre distanze, nella misura della distanza tra due punti con tre coordinate, oppure in un metodo più complesso che incrocia la posizione dell’utente con quella dei partiti su ogni singola risposta.
I tre vettori possono altresì essere collocati tridimensionalmente (x, y, z) come fa EUandI per avere un risultato grafico spaziale, ruotabile, che tenga conto anche sul peso elettorale dei singoli partiti. Si noti che questi due test collocano differentemente Tsipras (per Euvox è molto più europeista) e Scelta Europea – ALDE che per Euvox è la più liberista in economia.
Veniamo quindi alle principali problematiche connesse con tutti i test di affinità politica. Innanzitutto riguardano la modalità con cui vengono selezionate le domande, perché si potrebbe avere uno sbilanciamento su alcuni temi che in realtà godono di un’importanza relativamente marginale; riguardano anche la formulazione delle domande, perché potrebbero guidare faziosamente l’atteggiamento di chi si sottopone al test; riguardano la parametrizzazione, quindi il peso da dare alle singole risposte, e la delimitazione dello spazio politico possibile; infine riguardano l’esatta collocazione dei partiti assunti a riferimento, i quali a loro volta possono mostrare divergenze tra candidati interni, oltre ad ambiguità e doppiezze tra le posizioni dichiarate e quelle concretamente attuate nell’operato legislativo.
Non sono rari infatti i casi, soprattutto sulla scena politica europea, in cui le maggiori privatizzazioni siano state realizzate effettivamente da partiti politici che economicamente si dichiaravano “di sinistra”, mentre altri formalmente “di destra” si sono collocati all’opposizione di tali politiche liberiste. Sono problematiche comuni a tutti i testi presentati in questo articolo.
Tutto ciò complica notevolmente le difficoltà di chi li elabora: meglio tenere conto dei programmi oppure dei voti espressi in Parlamento Europeo?
Su questi ultimi si basano i modelli Electio 2014 e My Vote 2014. Eccetto il numero di domande, 20 nel primo e 15 nel secondo, i due modelli sembrano essere estremamente simili, anche perché dietro ad entrambi vi è l’organizzazione VoteWatch.
L’alternativa è secca: favorevole/contrario/astenuto, anche se si può indicare il grado di importanza della singola votazione. Questo può interessante valutare le affinità non tanto con i partiti o i gruppi parlamentari europei, spesso composti in modo eterogeneo, quanto con i singoli eurodeputati; si tratta di domande puntuali, e spesso in un voto possono confluire motivazioni differenti che non è possibile in alcun modo segnalare.
Inoltre non offre una rappresentazione vettoriale della collocazione dell’utente sullo spazio politico, ma solamente il grado di sintonia con gli eurodeputati.
Uno schema analogo è quello di Vote Match.
Balza subito all’occhio che tutti questi tre modelli, compreso Euvox sopra citato, sebbene siano stati realizzati da gruppi di lavoro differenti, hanno ricevuto finanziamenti dal medesimo speculatore George Soros per mezzo delle sue Open Society Foundations, con il sostegno delle istituzioni europee e di altri sponsor di dubbia eticità. Per citarne una, l’agenzia americana Burson-Marsteller che organizzò la propaganda di Videla durante la dittatura argentina figura tra i sostenitori del progetto VoteWatch, che afferma tuttavia di essere “un’organizzazione indipendente imparziale, istituita per favorire dibattiti migliori e promuovere una maggiore trasparenza nel processo decisionale dell’UE”. A cosa siano interessate tali organizzazioni è facile intuirlo: la raccolta dei dati degli utenti, aggregati e disaggregati demograficamente, che poi in molti casi vengono resi pubblici e utilizzati propagandisticamente per rafforzare le posizioni europeiste sulla scena politica, magari facendo credere che la tua voce conti qualcosa, perché “durante le manifestazioni sportive sarà incentivato l’utilizzo della bandiera europea”, come vuole la maggior parte dei cittadini che hanno partecipato al progetto. Comunque sia, tra questi test elettorali finanziati dall’Open Society, Euvox sembra essere maggiormente onesto, anche perché permette sfumature intermedie di posizione.
L’unico test che forse può garantire un maggior grado di indipendenza è EUandI, perché è stato realizzato da un team di scienziati dell’European University Institute di Firenze, in collaborazione con il CISE, ma anch’esso sembra orientato in un’ottica europeista.
Concludiamo con un algoritmo di grande successo, soprattutto per la veste grafica, quello di Voisietequi del progetto Openpolis, il tutto rilasciato open source. Esso non utilizza uno schema cartesiano per descrivere lo spettro politico ma si basa invece esclusivamente sulla vicinanza/lontananza dell’utente ai programmi dei partiti per ognuno dei 25 temi proposti. Le risposte possibili sono sei, dal molto favorevole al molto contrario, passando per il favorevole, tendenzialmente contrario, contrario, molto contrario. Il metodo di calcolo utilizzato è quello del MultiDimensionalScaling (MDS) utilizzato nelle scienze sociali per la rappresentazione dei punti (partiti) in uno spazio bidimensionale.
Il risultato è il seguente:
Piotr Zygulski