Il caso del ladro ucciso a Vaprio d’Adda dal pensionato Francesco Sicignano continua a far discutere. Ieri Sicignano ha parlato dal cancello della sua villetta a Vaprio d’Adda. E’ accusato dalla procura di Milano dell’omicidio volontario di Gjergi Gjoni, il ladro albanese di 22 anni sopreso nella notte tra lunedì e martedì nella sua villetta. Il clima che si respira in famiglia è pesante. Ai microfoni di SkyTg24, il figlio di Sicignano ha sbottato: “Vogliamo tornare alla normalità. Chi ruba dovrebbe avere 25 anni di carcere. Di questo la vera colpa non c’ è l’ ha nessuno. Ce l’ hanno solo quel branco di idioti che sono giù a Roma, perché ci sono politici bravi ma alcuni sono idioti. Basterebbe fare della legittima difesa una legge, dare 25 anni a un reato del genere così uno non viene più a rubare in casa”.
Ladro ucciso, aumento record dei furti in abitazione, sono più che raddoppiati negli ultimi dieci anni
Il premier Matteo Renzi ha detto che non bisogna fare del pensionato “un eroe”. Eppure l’esasperazione è tanta tra i cittadini. Basta dare un occhio ai numeri riportati nell’11° numero del “Diario della transizione” del Censis.
Sono 689 al giorno, cioè 29 ogni ora: uno ogni due minuti. È questo il bilancio allarmante del numero di furti in abitazione commessi nell’ultimo anno. Questa tipologia di reato ha registrato un aumento record. Negli ultimi dieci anni i furti in casa sono più che raddoppiati, passando dai 110.887 denunciati nel 2004 ai 251.422 del 2013, con una crescita del 126,7%. Solo nell’ultimo anno l’incremento è stato del 5,9%. È un aumento molto più accentuato rispetto all’andamento del numero totale dei reati (+19,6% nel periodo 2004-2013) e dei furti nel complesso (+6%), e in controtendenza rispetto all’andamento dei furti di autoveicoli (-32,2%) e degli omicidi (-29,7%). La zona d’Italia più colpita è il Nord-Ovest, dove nell’ultimo anno i furti in abitazione sono stati 92.100, aumentati del 151% nel decennio. Oltre il 20% dei furti denunciati è avvenuto in tre province: Milano (19.214 reati), Torino (16.207) e Roma (15.779). Parallelamente all’aumento dei furti, infatti, a disturbare i sonni tranquilli degli italiani è la crescita di un altro reato ancora più allarmante: le rapine in abitazione, con violenza o minaccia ai proprietari. Nel 2013 sono state 3.619, con una crescita vertiginosa nel decennio (+195,4%) e un incremento del 3,7% solo nell’ultimo anno. E l’aumento dei reati che turbano la quiete domestica porta a un aumento delle preoccupazioni della gente comune. Le famiglie che percepiscono il rischio di criminalità nella zona in cui vivono sono passate dal 27,1% del totale nel 2010 al 30% nel 2014. In effetti, siamo al 6° posto in Europa per numero di furti e rapine in abitazione: 4 ogni mille abitanti rispetto alla media europea di 2,9 (i dati di comparazione internazionale sono riferiti all’anno 2012). Più insicuri dell’Italia sono solo Grecia (7,9 reati ogni mille abitanti), Danimarca (7,8), Belgio (7,2), Paesi Bassi (6,7) e Irlanda (6,1). Ultimi in classifica (cioè i Paesi più sicuri) sono Romania (0,8) e Slovacchia (0,3).
Ladro ucciso, il 97% dei ladri rimane impunito
I cittadini, oltre che dai furti, sono esasperati dalla mancanza di giustizia. Secondo l’ultima statistica ufficiale elaborata dall’Istat (2013) solo il 2,9 per cento dei responsabili dei furti in abitazione commessi nel corso dell’anno è stato individuato, anche se una fetta consistente di loro se l’è cavata con una denuncia a piede libero.
E la politica che fa? Cerca, come può, di limitare i danni. Come? Aumentando le pene. E’ allo studio l’aumento del massimo della pena da sei agli otto anni. Un escamotage per evitare che l’accusato bypassi il carcere grazie alla condizionale oppure alla prescrizione. Forse aumentare le pene servirebbe a far sentire più sicuri gli italiani.