Sondaggio SWG: settimana positiva per M5S e Lega, mentre continuano a perdere consensi Forza Italia e PD. I miti contemporanei e il buonismo glamour degli italiani (23/10)
Vampiri o indiani? Lady D o Che Guevara? Quali miti affascinano gli italiani?
Qualsiasi sia l’accezione che vogliamo attribuire alla parola “mito”, una cosa è certa ha un’accezione al tempo stesso fantastica e positiva. Dire a qualcuno “sei un mito!” significa attribuire un indiscusso valore positivo ai suoi comportamenti, alle sue scelte, ai suoi stili di vita. Il sondaggio SWG di questa settimana ha chiesto ad un campione di mille maggiorenni quale fosse il mito contemporaneo che più lo affascina. Le risposte sembrano esprimere la molteplicità di significati che la parola mito porta con se. La maggior parte degli intervistati ha colto nell’espressione “mito” l’accezione di personaggio, evento, marchio “nel quale si riflettono il gusto o la sensibilità di un’epoca” (cfr. Vocabolario Treccani). Da qui l’elevato gradimento per la Apple (21%), i nativi americani (15%), ma anche Lady D (14%) e Che Guevara (13%). Al contrario c’è chi, invece, una minoranza, ha colto quest’espressione nella sua accezione di “evento, personaggio fantasioso o comunque leggendario”. Hannibal Lecter (5%) o i vampiri (7%) vanno sicuramente annoverabili tra questi. Quella di “tendenza o prassi culturale” dovrebbe essere, all’opposto, l’accezione data al termine mito da parte di chi ha indicato la barba di tre giorni (8%) o il tatuaggio (6%), ma anche di chi ha citato la cultura orientale (20%) o quella underground (6%).
C’è un minimo comun denominatore tra tutti questi miti? O sono l’ennesimo sintomo della società liquida nella quale viviamo? È possibile mettere insieme Lady D e Che Guevara, la Apple e le cultura orientale. Forse proprio questi quattro miti più indicati permettono di affermare almeno che gli intervistati sembrano voler conciliare novità tecnologica e valori tradizionali, glamour e solidarietà.
Buonisti, ma non troppo?
Questo desiderio di equilibrio emerge anche dall’altra domanda posta dal sondaggio SWG, forse più chiara della precedente. Si è chiesto, infatti, per quali bisogni si sarebbe stati disposti ad impegnarsi o a spendere soldi. È tutto un florilegio di buone intenzioni: Equità (30%), Amore (28%), Amicizia (27%), Verità (23%), Solidarietà (19%), Sintonia con la natura (18%). Le uniche risposte che sembrano indicare un approccio meno solidaristico sono quelle di chi sceglie il progredire (19%) – è da capire se è un progresso individuale o comunitario -, l’essere in forma (19%), vivere emozioni (18%), eccellere (7%). La domanda, parlando di bisogni e non di valori, avrebbe potuto fuorviare, indirizzare verso risposte dal carattere più marcatamente individualista ed edonista, ma non è stato così.
Forse questo desiderio di solidarismo un po’ glamour è realmente il tratto caratterizzante tutti gli intervistati. Usando le parole di una nota canzone di Jovanotti, sembrerebbe che gli intervistati cerchino tutti “solo una grande chiesa che passa da Che Guevara e arriva fino a Madre Teresa passando da Malcom X attraverso Gandhi e San Patrignano arriva da un prete in periferia che va avanti nonostante il Vaticano”.
Le intenzioni di voto: PD al 34,4%, M5S al 26,1%, Lega al 15,8% e Forza Italia al 10,2%
Le indicazioni di voto di questa settimana sembrano confermare un andamento costante dell’ultimo mese, ossia un rafforzamento ulteriore di tutte le forze di più marcata opposizione: aumenta di 4 decimi il M5S (26,1%), ma anche la Lega (15,8%) e FdI (4%), che crescono entrambe dello 0,3%. Calano invece il PD (34,4%; -0,3), FI (10,2%; -0,9) e NCD (3,1%; -0,3), che si riavvicina alla soglia di sbarramento dell’Italicum (3%). Le altre forze politiche resterebbero escluse dal riparto dei seggi.
Aumentano i rispondenti al sondaggio, il che significa che una parte di coloro che la scorsa settimana preferivano mantenere un dissenso “scettico” oggi preferisce esprimere un dissenso più attivo manifestando la preferenza per una forza di opposizione.
Si ringrazia Raffaele Dobellini per la collaborazione.