Giancarlo Galan ha traslocato da Villa Rodella di Cinto Euganeo. L’ex ministro è stato costretto a metterla in vendita per pagare la maxi multa, 2 milioni e 600 mila euro, che gli è stata inflitta per il caso Mose. L’ex governatore, che sta scontando agli arresti domiciliari la condanna a 2 anni e 10 mesi, ha iniziato il concluso il trasloco lunedì e si è trasferito in una casa in affitto a Rovolon, sempre sui Colli Euganei. Tutto normale dunque? No, perché come riporta oggi Il Mattino di Padova, Giancarlo Galan rischia un’indagine per danneggiamento a un bene confiscato. Il motivo? L’ex governatore si è portato via i termosifoni e i sanitari.
“Se, per ipotesi – scrive Il Mattino di Padova – il proprietario che lascia vuole portarsi via un rubinetto perché d’oro o un lavandino perché contiene materiali particolarmente pregiati può farlo, ma al loro posto deve montare un rubinetto e un lavandino ordinari, insomma quelli che adoperano tutti, in modo che la casa possa essere utilizzabile il giorno dopo il suo trasloca”.
Giancarlo Galan e Villa Rodella
Il quotidiano veneto ha inoltre rivelato che Giancarlo Galan ha vissuto tre mesi in più in una villa non più sua.
Non va dimenticato che la villa di Cinto Euganeo è proprietà dello Stato in modo definitivo dal 3 luglio scorso, ormai da più di tre mesi, cioè da quando la sentenza di patteggiamento a due anni e dieci mesi per Galan è passata in giudicato, essendo stato respinto il ricorso della sua difesa dalla Corte di Cassazione. In questi mesi, fino a tre giorni fa quando ha traslocato a Rovolon, gli è stato permesso di abitare, ma la villa non era più sua.