Dalla candidatura alla presidenza del Senato al passaggio nella maggioranza: il percorso politico di Luis Alberto Orellana si arricchisce di una nuova tappa. Dopo essere stato eletto a Palazzo Madama nelle liste del Movimento 5 Stelle (M5S) ed essere stato in corsa per la poltrona poi occupata da Piero Grasso, il parlamentare pavese – ma venezuelano di nascita – porta armi e bagagli nella maggioranza a sostegno del premier Matteo Renzi.
Orellana, 54 anni, era entrato in Parlamento nel 2013, eletto al Senato nelle liste del M5S nella circoscrizione Lombardia. Il suo profilo – insieme a quello di Roberto Fico per la Camera – era stato selezionato per la scelta del candidato ufficiale del Movimento alla presidenza delle due Camere.
Il Parlamento festeggia il 300° cambio di gruppo- #Orellana lascia il Misto
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— Openpolis (@openpolis) 23 Ottobre 2015
Orellana: dal M5S a Matteo Renzi
Dopo mesi di atteggiamento critico nei confronti dei vertici del Movimento, nel febbraio 2014 Orellana – insieme ai colleghi Lorenzo Battista, Francesco Campanella e Fabrizio Bocchino – è stato espulso dal M5S, entrando a far parte del gruppo Misto, dopo aver annunciato e poi ritirato le proprie dimissioni da senatore. In seguito ad un breve esperimento di costituzione di un gruppo autonomo (Italia Lavori in Corso) con gli altri epurati, Orellana è rientrato nuovamente nel gruppo misto.
Nell’ultimo anno Orellana si è sensibilmente avvicinato alle posizioni della maggioranza, come testimoniato dal recente voto favorevole al ddl Boschi e dal “sì” nell’ottobre 2014 alla nota di aggiornamento del DEF, che permise al governo di ottenere il voto necessario per raggiungere il quorum di 161 “sì”, suscitando le forti critiche dei suoi ex colleghi grillini.
L’ultima puntata della parabola parlamentare di Orellana è datata 21 ottobre 2015, con l’ingresso ufficiale – come certificato sulla sua pagina sul sito del Senato – nel gruppo Per le Autonomie-Psi-Maie, lo stesso di cui fanno parte anche l’ex Capo dello Stato (ed ora senatore a vita) Giorgio Napolitano e Lorenzo Battista, uno degli altri 3 esponenti “epurati” insieme ad Orellana. Con l’ingresso del parlamentare pavese il gruppo sale a 20 elementi, aumentando a 168 – 113 PD, 35 Area Popolare, 20 Per le Autonomie-Psi-Maie – il numero di senatori a sostegno del governo Renzi, senza contare i 14 parlamentari verdiniani formalmente fuori dalla maggioranza ma allineati al governo nella votazione del ddl Boschi.