Negli ultimi tempi Matteo Salvini compare un po’ meno in televisione. Tantissimo, ma leggermente meno.
Al tempo stesso è innegabile che compaia decisamente ridimensionato nel dibattito pubblico (nonostante gli ultimi fatti di cronaca).
Alcune indiscrezioni giornalistiche vedono il segretario leghista intenzionato a puntare su tre uomini per sostituirlo nelle future comparsate televisive: Zaia, Fedriga e Giorgetti.
Il primo è arcinoto al pubblico: presidente della Regione Veneto dal 2010, ex ministro, vicepresidente regionale e presidente di provincia. Il secondo è l’attuale capogruppo alla Camera, desideroso di sfidare Debora Serracchiani alle regionali del…2018! Il terzo è il volto istituzionale della Lega, già segretario nazionale della Lombardia e già indicato come potenziale delfino di Bossi a seguito della malattia del marzo 2014.
Per quanto si tratti di scenari a tavolino, ci mostrano un quadro con cui fare i conti: la limitata capacità di espansione della Lega a trazione salviniana.
Salvini e la Lega: spinta propulsiva calante
Diciamocela tutta: Salvini avrà fatto pure un capolavoro politico portando il Carroccio da istanze autonomiste e federaliste a posizioni nazionaliste e frontiste. Ma non si è dimostrato un leader del tutto carismatico. Soprattutto se lo si paragona a Marine Le Pen e Farage (personaggio comunque molto diverso da Salvini e per certi versi più vicino alle posizioni della Lega bossiana).
Se guardiamo i sondaggi la Lega Nord è il primo partito del centrodestra italiano. Un risultato mai raggiunto da nessuno. Ma nonostante lo stato comatoso del centrodestra, la decadenza di Berlusconi e l’età dello stesso Cav, la Lega non spicca il volo come potrebbe. Anzi: secondo alcuni sondaggi addirittura, seppur di poco, si manterrebbe sotto Forza Italia. Nonostante il vento favorevole.
In questo quadro e considerando la mancanza di leadership del centrodestra, lo stesso Salvini sta riconoscendo la sua mancata di vocazione governativa. E quando si dovrà lanciare un nuovo leader del centrodestra, con Berlusconi fuori dai giochi e la Lega in crescita, via Bellerio intende proporre un suo uomo. Ma partendo dal presupposto che lo stesso Salvini non potrà essere questo uomo.
Cercando forse un amministratore popolare e non dalla fama di buon uomo di territorio. Un identikit che porta ad un solo nome. Soprattutto a seguito del divorzio Salvini-Tosi: Luca Zaia.