Roaming: chiamare, inviare sms e navigare su internet all’estero costerà come a casa propria dal 15 giugno 2017, quando scatterà il divieto di applicare tariffe di roaming ai telefoni cellulari sul territorio dell’Unione Europea. Infatti, l’Europarlamento, in seconda lettura, ha approvato l’accordo raggiunto all’interno del Consiglio Europeo che prevede anche un periodo di transizione in cui gli operatori saranno obbligati a tagliare i tetti delle tariffe.
Dal primo aprile 2016, il carico massimo (IVA esclusa) che gli operatori telefonici potranno applicare sarà di 5 centesimi al minuto per le chiamate, 2 centesimi per i messaggi e 5 centesimi a megabyte per i dati (attualmente, andando all’estero si pagano 19 centesimi al minuto per le chiamate, 6 centesimi per ogni sms inviato e 20 centesimi per ogni megabyte di dati scaricato). Sulle chiamate ricevute, invece, il ricarico massimo sarà calcolato sulla base della media ponderata dei tassi massimi applicati in tutta l’Ue.
La relatrice del provvedimento Pilar de Castillo (PPE) ha salutato con soddisfazione l’abolizione delle maggiorazioni per il roaming “a lungo attesa da tutti: la gente comune, le start-up, le piccole e medie imprese e tutti i tipi di organizzazioni”.
Roaming: accordo “farlocco”?
Alla soddisfazione dell’esponente dei popolari si contrappone l’europarlamentare del M5S (che insieme all’UKIP ha votato contro), e relatore “ombra” del provvedimento, Dario Tamburrano che ha dichiarato “oggi avrei voluto votare per l’abolizione immediata e senza condizioni dei costi del roaming, in modo da rendere l’Europa un continente davvero connesso. Purtroppo l’accordo raggiunto è farlocco, perché cede a un’abolizione del roaming ritardata e condizionata in cui le compagnie telefoniche potranno scaricare i mancati profitti sulla maggioranza dei cittadini, compresi coloro che non lo utilizzano, non sanno cosa sia o non viaggiano mai all’estero, sempre più numerosi in un continente in crisi”. Critici anche i Verdi che hanno parlato di consumatori “fregati”.
Forti dubbi riguardano anche la “neutralità” della rete. Il testo approvato a Strasburgo impone delle misure che vietano ai fornitori di servizi Internet in tutta Europa di discriminare o limitare contenuti, applicazioni o servizi veicolati. Insomma, gli operatori non potranno fornire ai clienti che pagano di più un servizio migliore. D’altra parte, secondo i critici la creazione di una rete di “seria A” (corsie preferenziali per velocità e prezzo) e una di “serie B” non è stata del tutto scongiurata offrendo agli operatori numerose “scappatoie” per favorire alcuni contenuti e servizi a scapito di altri che verrebbero rallentati.