Piovono critiche in merito alla notizia del Fatto online che ha parlato di figuranti pagati per partecipare al comizio di “Noi con Salvini” a Napoli. A tal proposito. Il capogruppo M5s al Senato, Gianluca Castaldi attacca: “Chi ha pagato gli autobus delle truppe cammellate di ‘Noi con Salvini per il comizio di Napoli? Erano a loro volta pagati per partecipare? Da chi? Chi sono? Al comizio di Noi con Salvini c’era anche il senatore della Lega Raffaele Volpi, ci spieghi. Da dove provengono le truppe cammellate per il comizio salviniano sotto il Vesuvio, che, intervistati dal Fatto online, dichiarano palesemente di essere arrivati con un autobus da Scampia per una manifestazione contro la disoccupazione?” e rincara “Salvini cambi il simbolo in ‘Noi con i figuranti”.
Anche i Verdi protestano per quanto accaduto: “Vergognoso l’affitto di figuranti per riempire la sala. Chi li ha pagati? I leghisti napoletani sono prevalentemente trasformisti e transfughi della destra che tentano di rifarsi una verginità politica”. “Per un vero napoletano sostenere un partito razzista e xenofobo come Noi con Salvini è un controsenso” dichiara Francesco Emilio Borrelli consigliere regionale di Davvero Verdi.
Da quello che emerge, continuano i Verdi: “il coordinamento leghista campano è composto prevalentemente dagli scarti politici della destra locale che tenta di rifarsi una verginità. Il che significa che probabilmente si tratta solo di una operazione di ceto politico che nulla ha a che vedere con un vero spontaneismo. Si tratterebbe insomma di una nuova casa politica per trasformisti e arrivisti espressione a nostro avviso della peggiore classe politica e dirigente della Campania. Personaggi che cercano un contenitore che gli permetta di rientrare nelle istituzioni. Dai nomi che emergono l’operazione politica è opera prevalentemente di ex esponenti di An, della Destra e di Fratelli d’Italia, qualche esponente di Casa Pound, figli di ex deputati, consiglieri regionali e consiglieri comunali in cerca di un seggio”.
Figuranti, il precedente del Pdl
Anche nel 2013 si era verificata una storia molto simile, durante una manifestazione dedicata alla giustizia, dal titolo “Giù le mani da Berlusconi”, organizzata dal Popolo della Libertà e da Silvio Berlusconi, a Roma, precisamente in Piazza del Popolo. In questa occasione, gli “attori” furono reclutati da un uomo della Abavideo Provini Tivù, il compenso era di 10 euro per la comparsata. Durante il viaggio nel pullman che accompagnava i manifestanti “paganti” alla piazza, l’organizzatore spiegava il copione da recitare: “Manifestate per due ore poi ve ne potete pure andare”. I partecipanti erano soprattutto pensionati che avevano bisogno di qualche soldo in più per arrotondare.
Stessa storia nel 2012, ad una manifestazione dell’appena nato, Moderati Italiani in Rivoluzione del prof. modenese Giampiero Samorì. Alla sua prima convention a Chianciano, tre pullman di anziani furono portati nel palazzetto “a loro insaputa”. Credevano di andare in gita in una “ONLUS di beneficenza”, e invece eccoli lì a firmare per la candidatura di Samorì alle primarie Pdl. “Che ci faccio qui? Non lo so, ci hanno detto che era per un’opera buona ma non ho speso nulla”, dichiarò un’anziana partecipante ai giornalisti presenti. In compenso alle truppe cammellate furono garantiti cestini omaggio e buoni sconto per un centro massaggi. Ma soprattutto furono messi a disposizione dei partecipanti “5 mila panini”.
Figuranti, l’arruolamento di Scilipoti
Nel dicembre del 2010 si rese protagonista di un nuovo reclutamento di comparse, il senatore ex Idv, Domenico Scilipoti. Infatti in piazza San Silvestro un gruppo di extracomunitari inscenò una protesta a favore dell’ex esponente dell’Idv Domenico Scilipoti, in quei giorni al centro di numerose polemiche poiché aveva deciso di lasciare l’opposizione in Parlamento. Lo striscione esposto recitava: “Martedì 14 dicembre 2010 Onorevole Scilipoti-libertà”. Sotto, a pennarello, c’era un’ulteriore scritta: “Libertà dallo strapotere delle banche. Associazione antiracket e antiusura. Lotta contro tutte le mafie. Brescia”. Intervistati gli extracomunitari affermarono: “Questo per noi è un lavoro”. Successivamente gli stessi extracomunitari furono identificati dalla polizia e dichiararono di essere stati pagati dallo stesso deputato.