Ignazio Marino non ha ancora sciolto la sua riserva. L’ipotesi di un ritiro delle dimissioni da parte del sindaco di Roma è ancora lì sul tavolo. A nulla è servito l’incontro di ieri sera con il commissario del Pd, Matteo Orfini a casa del vicesindaco Marco Causi. Marino non intende mollare e vuole andare alla conta. Ma è sempre più solo. Stando agli ultimi aggiornamenti, gli sarebbero rimasti fedeli solo in tre, Alessandra Cattoi, l’assessore all’Ambiente Estella Marino e l’assessore alla Trasformazione urbana Giovanni Caudo. In aula ci sono 38 consiglieri comunali pronti a firmare una mozione per sfiduciarlo. Ma allo studio del Pd c’è anche una soluzione più estrema: dimissioni in blocco dei consiglieri Pd. Matteo Orfini e i 14 consiglieri dem capitolini ne stanno discutendo in queste ore in una riunione al Nazareno.
Marino risponde a Cantone
Il sindaco, le cui dimissioni diventeranno irrevocabile se non revocate entro il 2 novembre, davanti ai giornalisti ostenta sicurezza: “Qui la questione non è Ignazio Marino ma Roma: Ignazio Marino non ha assolutamente nulla né da chiedere né da negoziare con nessuno”. Il primo cittadino dimissionario ne ha anche per il presidente dell’Anac, Raffaele Cantone, che ieri aveva sottolineato la superiorità morale di Milano rispetto a Roma: “A Roma gli anticorpi esistono, ce ne sono milioni”.
Marino: “Dimissioni? Ci sto riflettendo”
Le dimissioni, almeno per ora, non sono in agenda. “Sto riflettendo – ha detto Marino al suo arrivo al Campidoglio – comunicherò presto le mie decisioni alla figura istituzionale deputata, che è la presidente Baglio, la presidente del Consiglio comunale capitolino”.